Vulcani: studioso, Stromboli a "rischio tsunami"
De Natale (Ingv), area napoletana prima per rischio vulcanico

(ANSA) - PALERMO, 29 GEN - "Il cratere di Stromboli
rappresenta la maggiore sorgente di rischio tsunami nel mar
mediterraneo". Lo afferma Giuseppe De Natale, dirigente di
ricerca dell'Ingv, già direttore dell'Osservatorio Vesuviano, in
occasione del lancio del manifesto "Ricucire l'Italia per un
nuovo assetto Euro-Mediterraneo", firmato da oltre 500
rappresentanti del mondo accademico, scientifico e
intellettuale. Lo studioso puntualizza che l'area napoletana ha
il più alto rischio vulcanico al mondo: circa 3 milioni di
persone abitano entro la distanza di 20 km da una possibile
bocca vulcanica. Poi ci sono i vulcani siciliani l'Etna, quelli
delle Eolie, e i vulcani sottomarini in particolare nel basso
Tirreno. "Il rischio vulcanico in Italia - spiega De Natale - è
estremamente variabile, poiché dipende dalla natura e dalla
localizzazione degli apparati vulcanici considerati. L'Etna è un
tipo di vulcano che non pone rischi immediati per la vita umana,
sebbene alcune colate laviche possano talvolta minacciare i
centri abitati. Il rischio principale è quello sismico legato ai
processi vulcanici e alle faglie che contornano l'Etna".
"I vulcani delle Eolie - continua il ricercatore - sono
caratterizzati da livelli modesti di esplosività. Gli episodi
come quelli verificatisi a Stromboli nel luglio e agosto 2019
sono però imprevedibili e molto rischiosi per i turisti che
affollano l'isola. Stromboli, con il fianco estremamente
instabile della Sciara del Fuoco, rappresenta inoltre la
maggiore sorgente di rischio tsunami nel Mar Mediterraneo". Un
evento come quello del 30 dicembre 2002, quando una frana di
circa 16 milioni di metri cubi di materiale, causata
dall'eruzione del vulcano, generò un maremoto che arrivò anche
nelle altre isole Eolie e nelle coste della Calabria e della
Sicilia
"Anche i vulcani sottomarini, numerosi nel basso Tirreno -
conclude De Natale - sono potenziali sorgenti di tsunami,
sebbene di minore pericolosità. Il rischio vulcanico più alto al
mondo, però, è quello dell'area napoletana, per la presenza di
molteplici aree vulcaniche caratterizzate da altissima
esplosività, estremamente popolate: Vesuvio, Campi Flegrei e
Ischia, oltre ad altre possibili sorgenti di eruzioni nella
Piana Campana". (ANSA).
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