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Porzi, ecco proposte per ricostruzione

Presidente Assemblea valuta iniziative e strumenti

(ANSA) - PERUGIA, 27 LUG - "A pochi giorni dal terzo anniversario della prima scossa di terremoto che ha colpito il centro Italia, colgo l'occasione per una valutazione delle iniziative e degli strumenti messi in campo da tutte le Istituzioni che ci consenta di aggiustare il tiro laddove necessario": così la presidente dell'Assemblea legislativa, Donatella Porzi, lanciando alcune proposte concrete per la ricostruzione. "Azioni da svolgere - spiega - sempre all'insegna dell'ascolto dei cittadini, delle imprese, dei tecnici e dei dipendenti pubblici che seguono questo importante processo, destinato a cambiare la storia e il volto della nostra regione". "E' fondamentale e altamente strategico infatti - afferma Porzi - che tutti i soggetti possano giocare un ruolo primario per potere risollevare questa importante zona della nostra Regione. Gli imprenditori del settore delle costruzioni, rappresentano il 9 per cento del Pil, contano 23 mila 500 occupati, il 6,6 per cento dei lavoratori di tutti i settori dell'attività economica. In primo luogo i numeri, quelli presentati qualche giorno fa dall'Ance, restituiscono una fotografia impietosa. Si parla, nella ricostruzione privata con danni leggeri, di 5 mila pratiche attese, a fronte di 1172 progetti presentati e poco più di 500 autorizzati. Se analizziamo quelli con danni gravi la situazione vede 5 mila 600 pratiche attese, presentate 238 e autorizzate 41, con 187 in istruttoria. Solo 6 cantieri già conclusi. Meglio la ricostruzione pubblica. Alla luce di questi dati è il caso di chiedersi come intervenire per accelerare notevolmente l'istruttoria delle pratiche. La percezione è che si viva ancora in una condizione sospesa, mancano le attese linee guida a livello nazionale, necessarie per superare le ordinanze che appartengono prevalentemente alla fase dell'emergenza". La prima causa che emerge in relazione a questa fotografia, per Porzi - si legge in una sua nota -, è "la burocrazia e gli eccessivi tempi dei processi autorizzativi". "In Umbria, per esempio - aggiunge -, i due comuni più colpiti (Norcia e Preci) fanno parte del Parco dei Monti Sibillini. Tutti i processi di demolizione e ricostruzione necessitano dunque di autorizzazione paesaggistica. Un iter molto lungo, che sottopone il progetto a tre livelli di controlli e verifiche. Perché non pensare ad un processo che, in via straordinaria e a causa del sisma, demandi l'approvazione dell'autorizzazione ad un solo livello? E perché non porre la fase autorizzativa all'inizio della progettazione, prima della progettazione esecutiva, così da eliminare inutili e ripetuti passaggi che rallentano e rendono incerto e difficoltoso il lavoro dei tecnici? Una fase autorizzativa poi che arrivi in tempi certi. Fermo restando il rispetto per la natura bellissima del luogo, tanto più in un'area protetta come il Parco, la priorità deve essere la persona e la sua dignità e questa è una soluzione che va in quella direzione, come l'idea di attribuire, a parità di superficie del complesso edilizio, il contributo della ricostruzione degli edifici sulle unità immobiliari al momento del sisma, a prescindere da qualsiasi modifica possa subentrare". Secondo la presidente Porzi, "per fare tutto ciò servirebbero strumenti adeguati". "In primo luogo - aggiunge - una piattaforma informatica nuova, a fronte di quella usata al momento che sembra poco adatta, che possa consentire il contatto diretto del professionista con l'ente, con l'Ufficio speciale per la ricostruzione e che mantenga sempre il controllo della procedura. Da non sottovalutare il capitolo professionisti che rappresentano una figura imprescindibile della ricostruzione, spesso troppo esposti e poco tutelati nei lavori a loro assegnati il cui compenso arriva in genere solo alla conclusione di tutto l'iter. Fondamentale il ruolo del personale: troppo scarsa la dotazione organica degli uffici, andrebbero valutate iniziative per supplire all'inerzia dello Stato, un governo che non presidia più politicamente la ricostruzione e non si preoccupa del raccordo tra strutture tecniche commissariali. Si potrebbero reperire temporaneamente da altri servizi, ma sarebbe auspicabile anche una maggiore collaborazione tra gli enti locali e l'utilizzo delle tante risorse che - conclude Porzi - si sono professionalizzate e specializzate nelle precedenti crisi sismiche, dal 1997 in poi". (ANSA).

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