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Borrelli: 'White list per gli appalti d'emergenza'

Capo Protezione Civile,troppo tempo per certificazione antimafia

Bisogna modificare il codice degli appalti inserendo una norma che consenta di avere, in caso di emergenza, una 'white list' di imprese appaltatrici e subappaltatrici verificate preventivamente anche dal punto di vista della certificazione antimafia. Lo dice all'ANSA il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sottolineando di averne già parlato con il premier Giuseppe Conte e con il presidente Anac Raffaele Cantone: "Abbiamo bisogno di norme chiare e semplici non possiamo aver finito le Sae da un anno e ancora si attendono le risposte sui controlli antimafia".

Il ragionamento di Borrelli prende spunto dalle ultime due delibere che l'Anac ha inviato alle procure di Ancona e Rieti in cui vengono individuate alcune criticità riguardanti imprese che hanno lavorato nei subappalti per la costruzione delle Sae - le Soluzioni abitative d'emergenza, le casette realizzate nelle aree colpite dal terremoto del 2016 - nelle Marche e nel Lazio. Alle imprese si contesta di non essere in regola con il fisco mentre alle Regioni si contestano i mancati controlli. Ma l'Anac solleva anche dubbi sulle certificazioni antimafia: nelle Marche a luglio 2018 mancavano ancora i dovuti accertamenti sulla certificazione di 11 subappaltatori. Ed è proprio su quest'ultimo punto che si concentra l'attenzione di Borrelli. Perché, spiega, "la delibera dell'Anac è di novembre ma la regione Marche già il 18 maggio 2018 aveva richiesto la certificazione antimafia al sistema informativo delle prefetture. Ad oggi è arrivata solo per 3 delle 11. E la stessa cosa è avvenuta nel Lazio: su 72 richieste di certificazione antimafia fatte a partire dal 2017, ne sono arrivate solo 36". "Ma può essere - provoca Borrelli - che viviamo in un mondo digitale e informatico e non riusciamo a velocizzare le verifiche antimafia". Per questo il capo della Protezione Civile chiede che si metta mano al codice degli appalti.

"Abbiamo delle norme non adatte alla gestione dell'emergenza, abbiamo tante procedure da seguire e poco personale, abbiamo dei tempi dei controlli che non sono compatibili con l'esigenza di realizzare i lavori". Dunque "dobbiamo avere nel Codice degli appalti, per quanto riguarda le emergenze di protezione civile, norme chiare e semplici. Serve una normativa che consenta di avere un elenco di ditte verificate preventivamente, in modo che possono partecipare agli appalti in emergenza senza che ogni volta debbano essere certificare". Ma non solo: è fondamentale avere un sistema informatizzato in cui "in tempo reale vengono fatte le verifiche". I controlli, dice ancora Borrelli, "non arrivano tempestivamente ma non si possono aspettare mesi. Per il futuro io vorrei che la Guardia di Finanza affiancasse le amministrazioni per le verifiche, ne ho già parlato con Cantone e con lo stesso comandante della Gdf".

Secondo il capo della Protezione Civile, infine, è necessario avere anche una sorta di individuazione preventiva dei fornitori di 'servizi' durante le emergenze: alberghi per gli sfollati, bagni chimici, container. "Laddove i servizi sono standardizzati devo poter stipulare una serie di 'contratti per adesione', vale a dire avere la possibilità prima dell'emergenza di sapere quanto andrò a pagare". Tutto questo, conclude Borrelli, è già stato discusso con gli attori del sistema (Comuni, regioni e strutture operative) ed è stato proposto uno schema di articolato che ha visto il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni a settembre.

 

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