(ANSA) - ANCONA, 16 NOV - Il Governo e la Liguria esultano
per il dl Genova, ma la Regione Marche è pronta ad impugnarlo
per incostituzionalità se non viene ripristinata l'intesa con le
Regioni per la ricostruzione post sisma 2016. Per il presidente
Luca Ceriscioli, "l'atto è incostituzionale perché non prevede
l'intesa con le Regioni e interviene su materie concorrenti in
base agli art. 117 e 118 della Costituzione. Ora - dice all'ANSA
-, aspettiamo la firma del presidente della Repubblica, perché
speriamo in qualche modifica. Altrimenti impugneremo il
provvedimento non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale e penso che avremo partita facile, considerata la
giurisprudenza sulla legislazione concorrente".
Una prospettiva che apre scenari di contenzioso e anche di
eventuale blocco delle disposizioni contenute nel decreto, che
non si occupa solo del ponte Morandi, ma anche dei terremoti di
Ischia e del Centro Italia. Pietro Piciocchi, assessore al
Bilancio del Comune di Genova, delegato ai rapporti con la
struttura commissariale per la ricostruzione di ponte Morandi,
non è però preoccupato: "non ritengo che Genova debba temere la
prospettata impugnazione - dice - perché la possibilità di
chiedere e ottenere la sospensione dell'efficacia del decreto in
quella sede è molto remota e perché eventuali questioni di
procedura potranno essere ricomposte in sede politica". "Quasi
impossibile" una sospensiva e, dato che alla Corte
costituzionale vige "un rigoroso principio di corrispondenza tra
il chiesto e il pronunciato, anche annullassero le norme che
interessano il presidente delle Marche non ci sarebbe per noi
conseguenza".
L'annuncio dell'impugnativa è un nuovo fronte dell'attrito in
atto da tempo tra le Regioni colpite dal sisma del 2016, Marche,
Umbria, Abruzzo, Lazio, e l'attuale gestione commissariale,
guidata al geologo marchigiano Piero Farabollini. I presidenti
della quattro Regioni avevano immediatamente contestato le norme
del dl Genova che assegnano loro una semplice funzione
consultiva, privandole dell'intesa, cioè la partecipazione alle
decisioni con il commissario alla ricostruzione. Una scelta del
Governo M5s-Lega, che ha portato a mugugni e veri e propri gesti
di ribellione: l'assenza al primo incontro con Farabolini, circa
un mese fa. E ieri un vero e proprio aut aut, indirizzato al
sottosegretario Crimi, ma poi 'recapitato' al commissario: o si
ripristina l'intesa, oppure il commissario può fare da solo. Le
Regioni non daranno corso ai provvedimenti che non le vedono
direttamente coinvolte nella fase decisionale, minacciando di
restituire la gestione della contabilità speciale e degli uffici
speciali al commissario e di ritirare il personale regionale
messo a disposizione. "Si fa politica sulla pelle dei
terremotati" il commento di Farabollini. "Non è una lotta di
potere, ma una questione di rispetto tra istituzioni per
l'intervento in materie concorrenti, specie in una questione
delicata come il sisma" la replica oggi di Ceriscioli, che non
esclude la possibilità che gli altri governatori seguano il suo
esempio. (ANSA).