"Aiutare i giovani all'inserimento
nel mercato del lavoro, attingere ad una forza-lavoro sana e
fare opera di sensibilizzazione affinché altri gruppi
industriali e imprenditoriali possano abbracciare il progetto
d'alternanza scuola-lavoro". Lo dice Salvatore Nasca,
amministratore di 'Ematic' dell'Ematic-group e presidente del
'Consorzio per l'Italia', che comprende più aziende che operano
tutte nel settore degli ascensori, sia per quanto riguarda la
produzione di quadri elettrici, di manovra e dispositivi di
emergenza, sia per quanto concerne la manutenzione degli
impianti.
Nasca ha sperimentato l'inserimento in azienda tramite stage
di ragazzi della VB MEE dell'Istituto 'Enrico Medi' di Palermo,
per consentire allo studente di applicare in pratica quanto
appreso. Il modulo di insegnamento riguarda l'assetto di
simulazione aziendale per offrire agli studenti di acquisire
competenze tecnico-professionali nell'ambito di manutenzione e
assistenza tecnica-apparati, impianti e servizi tecnici
industriali e civili. "Sono stato accolto bene - dice Gabriele
Randazzo - . Il corso che mi vede impegnato è perfettamente in
linea con il mio percorso formativo. E' stata un'esperienza
positiva e formativa. La teoria sui banchi è una cosa la pratica
dà una sensazione nuova, fa sentire partecipi".
"All'inizio abbiamo aderito perché era un un obbligo -
aggiunge Alex Zappavigna - poi mi sono appassionato, potrebbe
rappresentare un'opportunità per il futuro".
"Ero scettico - prosegue - Emmanee Yanke - ma mi sono dovuto
ricredere. Il contributo di Ematic mi fa ben sperare, un'azienda
che vuole aiutare realmente i giovani. L'opportunità di poter
lavorare nel settore degli ascensori, non l'avevo mai
considerata. Ho appreso molto". "All'interno del Consorzio per
l'Italia - spiega Nasca - abbiamo costituito un gruppo di lavoro
permanente Futuro ai giovani che si occupa di analizzare e
risolvere le varie problematiche legate al mondo del lavoro
giovanile. Stiamo tentando di coinvolgere non solo le aziende
che fanno parte del consorzio ma anche aziende che operano in
altri settori. Si investono ingenti somme per finanziare e
attivare corsi di formazione che poi non trovano riscontro
occupazionale, è giunto il momento di cambiare il sistema",
conclude.
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