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>ANSA-LA-STORIA/Elena, imprenditrice coraggio 'sfida' i boss

Nel paese di Messina Denaro dice 'no' a chi vuole la sua clinica

Redazione ANSA PALERMO

(ANSA) - PALERMO, 12 FEB - La denuncia dettata dal coraggio di non piegarsi alle richieste della mafia, la paura di rimanere soli in un territorio difficile, controllato dal superlatitante Matteo Messina Denaro, poi superata dalla solidarietà delle persone e delle istituzioni: "Io ho sentito lo Stato vicino a me, ma anche tanta gente per bene che mi è stata a fianco".
    Elena Ferraro, 45 anni, nel 2011 ha detto di no a chi è andata a trovarla per chiederle alcune "cortesie" con lo scopo di riciclare denaro. E ora, a 10 anni di distanza, è tornata a far sentire la sua voce contro chi l'ha invitata più volte a vendere la sua quota societaria nella Clinica Hermes di Castelvetrano.
    "A chi interessa comprare una quota azionaria in una piccola società come la nostra?" s'interroga. Nel giorno in cui la sua denuncia pubblica sui social contro chi vorrebbe farla uscire dalla società, ha fatto rumore, Elena Ferraro è nel suo ufficio di Castelvetrano. Come ha fatto in tutti questi anni, dal 2005 quando costituì la società insieme a un altro imprenditore di Sciacca. Metà quota è sua e della sua famiglia, l'altra metà, invece, del socio col quale dal 2017 la Ferraro intrattiene solamente rapporti tramite i legali. Da quattro anni più volte le sono arrivate "sollecitazioni" a vendere la sua quota azionaria. L'ultima volta proprio ieri: "Le ho lette come un modo elegante per farmi da parte, seppur mai io ho espresso la volontà di vendere", spiega la Ferraro.
    L'imprenditrice di Montevago è pronta a difendere il lavoro che in questi anni ha fatto. Prima e dopo la denuncia presentata nel 2011, quando si ritrovò in ufficio Mario Messina Denaro, cugino del boss che avrebbe ereditato da Riina e Provenzano lo "scettro" di Cosa Nostra: "Mi propose di aumentare il valore delle prestazioni e di fare un accordo con un'altra struttura che sarebbe così servita per ripulire i soldi", spiega la Ferraro. L'imprenditrice avvisò la Polizia: le telecamere piazzate nel suo ufficio documentarono i diversi incontri con Messina Denaro. L'uomo finì in carcere nel 2013 durante l'operazione antimafia "Eden": 30 arresti, tra cui il nipote del superlatitante e la sorella Patrizia, ritenuta a capo della cosca. Condannato a 4 anni e 2 mesi Mario Messina Denaro ha già scontato la pena ed è tornato in libertà. Ma l'imprenditrice "coraggio" non si è pentita della sua scelta. "Da moltissimi cittadini di Castelvetrano ho ricevuto sostegno e vicinanza - racconta - nel suo piccolo ognuno ha fatto la sua parte. Posso dire che non tutta la città è mafia".
    In questi anni Elena Ferraro ha portato in giro per le scuole d'Italia la sua testimonianza di imprenditrice che ha detto no a Cosa Nostra e ai suoi tentativi di infiltrarsi nell'economia legale: "Oggi l'organizzazione mafiosa del nostro territorio è diventata imprenditoriale - spiega - vuole inserirsi nel tessuto societario e poi gestire dall'interno le aziende. Sono pochi gli imprenditori che hanno avuto il coraggio di dire no. Chi è in difficoltà e la mafia lo avvicina per 'aiutarlo', finisce con l'accettare quell'abbraccio mortale".
    Elena Ferraro non nasconde le sue preoccupazioni, anche se è una donna forte che ha deciso di andare avanti: "La mia forza è la libertà - spiega - sono libera di scrivere quello che penso e di rivolgermi direttamente a chi vuole che venda e me ne vada.
    Di sicuro io resto a Castelvetrano e continuo il mio lavoro, anche perchè so che lo Stato non mi lascerà mai sola". (ANSA).
   

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