Il mito di Medusa, tra i più
popolari, è divenuta un'opera pop, una tragedia in musica, un
perfetto mix tra opera dei pupi e musica lirica, un omaggio di
Giacomo Cuticchio alla musica barocca, e soprattutto a
Monteverdi. Lo spettacolo ha debuttato con successo, ieri sera,
al Palazzo D'Aumale di Terrasini, nel Palermitano, evento
centrale de "La Macchina dei sogni".
Giacomo, figlio e nipote d'arte, è un compositore che è
riuscito a coniugare l'arte di famiglia con la musica impegnata.
A scrivere la partitura, su libretto in versi di Luca Ferracane,
ha impiegato più di un anno, e il risultato è stato avvincente.
La musica che Cuticchio predilige è quella del minimalismo, alla
Philip Glass, con moduli che si ripetono e che assecondano i
ritmi del teatro dei pupi, delle battaglie tra paladini. Usa la
potenza del canto e della musica per metterla al servizio del
racconto.
In scena ci sono 50 orchestrali, pianoforte e clavicembalo
che suonano insieme, e poi i pupari: Giacomo e Mimmo, figlio e
padre, i manovranti e i cantanti. "Medusa" è un omaggio alla
Sicilia, isola bellissima che viene violentata, come Medusa lo
fu da Poseidone, nel tempio sacro di Atena. E allora la dea
vendicativa e offesa trasformerà la bella ragazza in quel mostro
con i serpenti in testa, che paralizza chiunque la guardi.
Spettacolo molto bello e sobrio, Medusa è interpretata dal
soprano Federica Faldetta, affiancata da Corinna Cascino e dal
baritono Francesco Vultaggio nel ruolo di Poseidone. Belle voci
che hanno dato il meglio di sé. Sul podio Salvatore Barberi, il
coro è il Sine Nomine.
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