(ANSA) - PALERMO, 04 MAR - Resta stabile la curva dei contagi
Covid in Sicilia, a differenza del resto del Paese dove il virus
è tornato a correre. Il bollettino quotidiano registra 560 nuovi
positivi su 26.837 tamponi processati, con una incidenza che
scende ancora al 2,0%, oltre volte tre meno del dato nazionale.
Secondo il report del Ministero della Sanità la regione è
undicesima per quanto riguarda i nuovi casi. Le vittime sono 14
e portano il totale a 4.201. Continua a scendere anche il numero
delle persone attualmente contagiate: 24.545, con un decremento
di 584 casi rispetto a ieri grazie a 1.130 guariti. Negli
ospedali i ricoverati sono 794, 19 in meno rispetto a ieri, di
cui 118 in terapia intensiva. Palermo resta la provincia più
colpita, con la metà dei casi di tutto il territorio regionale.
E mentre si diffonde anche nell'isola la variante inglese,
si cerca di di accelerare sulle vaccinazioni. In Sicilia,
secondo la Fondazione Gimbe, la popolazione che ha completato il
ciclo vaccinale è pari al 2,33%, mentre quella di
ultraottantenni è dell 1,6%. A questo proposito l'assessore
regionale alla Salute Ruggero Razza definisce "ingenerosa,
falsata nella sua ricostruzione e infondata nei fatti, la
rappresentazione secondo la quale, nell'ambito della campagna
vaccinale, le Regioni procedono per conto proprio e senza un
indirizzo unitario". L'assessore ricorda "come le Regioni non
abbiano stabilito che la Fase3 del Piano (insegnanti, forze
dell'ordine, forze armate, penitenziari, servizi essenziali)
anticipasse la Fase2 (fragili e over 70): ciò, invece, è stato
determinato a livello nazionale dalla struttura commissariale
che, a sua volta, ha dovuto recepire le indicazioni dell'Agenzia
regolatrice del farmaco" .
"Al posto di sostenere polemiche, che mortificano migliaia di
operatori sanitari - prosegue l'esponente del governo Musumeci -
ci aspettiamo vengano attivate tutte le procedure per
autorizzare gli altri vaccini già disponibili (a partire dallo
Sputnik V) e aumentare l'approvvigionamento nazionale delle
fiale. Se ci fossero centinaia di migliaia di dosi a settimana,
infatti, in ogni Regione non ci sarebbe neppure il problema di
scegliere da dove partire! Semmai - osserva l'assessore -
saremmo tutti ventre a terra a moltiplicare le sedi vaccinali e
distribuire fiale ai medici di famiglia: vorremmo poter
vaccinare per 24 ore al giorno! ".
Per quanto riguarda infine le risorse che dovrebbero essere
messe in campo grazie al Recovery fund il presidente della
Regione Siciliana Nello Musumeci ha sottolineato che "dallo
Stato devono arrivare sostanziose risorse, noi possiamo mettere
solo le briciole. Quello che avevamo da fare - ha aggiunto -
l'abbiamo fatto, sui fondi comunitari ci sono vincoli che a
volte non ci permettono di riprogrammare i fondi". (ANSA).