Ha attraccato alla banchina di
Porto Empedocle la ong Mare Ionio a cui la direzione centrale
dell'Immigrazione, ieri sera, ha assegnato il porto sicuro della
città agrigentina. A bordo della "Mare Ionio" ci sono 58
migranti che, nelle scorse ore, erano stati salvati nel canale
di Sicilia. Il gruppo è sbarcato.
L' Ong Mediterranea Saving Humans ieri aveva ottenuto l'ordine
di fare sbarcare i naufraghi a Napoli ma, dopo aver contestato
la legittimità della decisione, specificando che la rotta
sarebbe stata troppo distante dalla posizione esatta in cui si
trovava la nave,l'Ong ha chiesto uno sbarco in un porto più
vicino, così le è stato assegnato quello di Porto Empedocle.
Prima dell'ok per lo sbarco a Porto Empedocle le autorità
italiane hanno mandato alla Mare Jonio due motovedette che
avrebbero dovuto scortare la nave fino a Napoli. I 58 naufraghi
erano stati soccorsi in acque internazionali, in zona Sar
tunisina, su segnalazione di Alarm Phone. Provengono da Zuara in
Libia.
"Abbiamo semplicemente fatto quello che abbiamo sempre detto -
spiega Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea -
quella dei porti lontani è una decisione ingiusta, in primis nei
confronti delle persone soccorse e che non devono essere
sottoposte a ulteriori traumi e sofferenze. Ci hanno assegnato
Napoli, a oltre 400 miglia dal punto dove eravamo, e noi abbiamo
risposto 'Signornò'. Lo abbiamo fatto motivando concretamente il
nostro rifiuto, sia in termini di leggi, che di opportunità".
"Lo abbiamo fatto umilmente, e consapevoli che tutto è fatto per
coloro che abbiamo a bordo i più indifesi e vulnerabili tra noi
- prosegue la capo missione a bordo della Mare Jonio, Sheila
Melosu - abbiamo indicato come alternativa un porto della costa
sud della Sicilia, scegliendo volutamente di non appesantire
Lampedusa, anche se ci trovavamo in quel momento a 12 miglia dal
suo porto. E alla fine ci hanno riassegnato il porto di sbarco:
Porto Empedocle. Dove abbiamo potuto portare a termine il
soccorso di 58 persone. Che adesso sono vive e al sicuro. Questa
è la cosa più importante".
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