Era tutto pronto per l'avvio dei
lavori di costruzione, nelle Madonie, dell'osservatorio
astronomico che comprende il telescopio europeo Flyeye destinato
a individuare gli asteroidi minacciosi per la Terra. Ma il Tar
ha fermato l'inaugurazione, prevista per il 6 settembre alla
presenza tra gli altri del ministro Alfonso Urso e del
presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Il
Tribunale amministrativo della Sicilia ha disposto la
sospensione dei lavori su ricorso di alcune associazioni
ambientaliste: Club Alpino Italiano, Legambiente Sicilia, Lipu,
Wwf Sicilia. Nel merito il Tar si pronuncerà in camera di
consiglio il 24 settembre prossimo.
L'osservatorio astronomico dovrebbe nascere sulla cima di
Monte Mufara all'interno della zona A di tutela integrale del
Parco delle Madonie. Del progetto si discute ormai da tempo. Da
un lato l'Agenzia spaziale italiana e l'Agenzia Spaziale Europea
hanno dato via libera al progetto che prevede, tra l'altro,
l'installazione del telescopio Flyeye sulla sommità del monte
Mufara, a 1.865 metri di altezza e a poca distanza dal polo
astronomico Gal Hassin di Isnello.
Gli ambientalisti si sono sempre opposti alla nascita del
nuovo polo rilevando, tra l'altro, l'alto impatto che l'impianto
avrebbe su un'area sottoposta a massima tutela. Dopo varie
manifestazioni, ora le associazioni hanno presentato un ricorso
in coincidenza l'avvio dei lavori in assenza, sostengono, di
alcuni pareri e autorizzazioni. Le opere progettate riguardano
sbancamenti del sito protetto, 3.540 metri cubi di volume
edilizio, un edificio di oltre 13 metri fuori terra, una
superficie di 800 metri quadri, la realizzazione di una nuova
strada carrozzabile (finanziata dalla Regione) per l'accesso
sulla cima della montagna e un parcheggio a servizio
dell'osservatorio.
Con il suo decreto il Tar ha accolto anche la richiesta di
acquisire una serie di documenti presso gli enti interessati,
perché la procedura seguita potrebbe essere stata caratterizzata
da forzature procedurali e dal mancato rispetto di alcune norme.
Le associazioni ambientaliste hanno intanto organizzato un
presidio di protesta a Piano Battaglia, nell'area che conduce a
monte Mufara anche per assicurarsi che i lavori vengano
effettivamente sospesi.
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