Il circolo didattico
'Giuseppe Di Matteo' di Castelvetrano non verrà smembrato.
Niente accorpamenti, dunque, con gli altri Istituti cittadini. A
stabilirlo è stata la seconda sezione del Tribunale
amministrativo regionale di Palermo (presidente Federica
Cabrini) che ha accolto il ricorso presentato dal Comune quando
era sindaco Enzo Alfano, tramite l'ufficio legale guidato
dall'avvocato Francesco Vasile.
L'ex sindaco, infatti, si era opposto al decreto a firma
dell'assessore regionale all'istruzione Mimmo Turano, con il
quale venne approvato il piano di dimensionamento e
razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia per l'anno
scolastico 2024/2025. In questo erano contenute anche le
"manovre" per gli istituti scolastici di Castelvetrano, con lo
smembramento dell'unico circolo didattico, intitolato poco più
di un anno addietro alla memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo.
Nello specifico i plessi "Dante Alighieri" e "B. Croce"
(facenti parte della Direzione didattica "Di Matteo") finivano
accorpati all'istituto comprensivo "L. Radice - Pappalardo",
mentre il plesso "Ruggero Settimo" veniva accorpato all'istituto
"Capuana - Pardo" che, a sua volta, cambiava nome in "Istituto
comprensivo Di Matteo".
Il Tar, nell'accogliere il ricorso del Comune, ha evidenziato
un "eccesso di potere per manifesta erroneità e violazione del
dovere di leale collaborazione tra enti pubblici, in quanto la
Conferenza regionale, che ha disposto le contestate
aggregazioni, avrebbe illegittimamente riformato il diverso
avviso espresso dalla Conferenza provinciale". Eccesso di potere
da parte dell'assessorato anche perché i decreti "non avrebbero
applicato il criterio di 'verticalizzazione' della direzione
didattica in Istituto comprensivo".
Soddisfatto della sentenza l'avvocato Vasile: "l'offerta
didattica e culturale - afferma il legale - garantita alle nuove
generazioni dall'istituzione scolastica dedicata, per volere
della comunità dei cittadini castelvetranesi e dell'Associazione
nazionale magistrati, al piccolo Giuseppe Di Matteo, rimane
l'unica vera cura per l'incessante lotta al fenomeno mafioso".
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