"Nel caso del paziente di Patti
non sono state rispettate le linee guida sanitarie. Il paziente
doveva essere trasferito a Milazzo dove l'ortopedia è attiva 24
ore su 24 e non solo nelle ore diurne come avviene a Patti che
ha solo due medici in questo servizio. La dottoressa che ha
utilizzato il cartone per fasciare la gamba del paziente afferma
di aver fatto una scelta professionale. Ma noi abbiamo accertato
che le stecche e le bende c'erano sia al pronto soccorso che
nella farmacia dell'ospedale Barone di Patti. La dottoressa
sostiene di aver proposto al paziente di recarsi all'ospedale di
Milazzo ma che lui si è rifiutato chiedendo assistenza
immediata. Ma di questo non c'è alcuna relazione scritta come è
invece prescritto dai protocolli". Lo ha detto il direttore
generale dell'Asp di Messina Giuseppe Cuccì alla conferenza
stampa indetta dall'assessore regionale Giovanna Volo, nella
sede di piazza Ottavio Ziino, con l'intento di respingere le
accuse di mala gestione che sono ricadute sulla Regione e sul
suo servizio sanitario. "Si tratta di critiche ingiustificate -
ha detto Volo - la dottoressa in turno al pronto soccorso non
deve diventare un capro espiatorio, ma deve rispondere delle sue
azioni. Una eventuale scelta professionale va riportata nelle
relazioni sanitarie così come è previsto dai protocolli. Nel
caso specifico questo non è avvenuto. Qui ci sono solo
responsabilità individuali. L'indagine interna dell'Asp e la
commissione regionale confermano che si tratta di responsabilità
della dottoressa e ne risponderà attraverso un procedimento
disciplinare". Alla conferenza hanno partecipato anche il
dirigente della Direzione strategica Salvatore Iacolino, il
dirigente del Dasoe Salvatore Requirez e il direttore generale
dell'Arnas Civico di Palermo Walter Messina. Quest'ultimo ha
respinto le accuse relative al presunto caso di malasanità per
la morte di un bambino di sette anni, Cristian Trapani, deceduto
nel reparto di cardiochirurgia del Civico il 6 aprile scorso.
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