Maxi confisca da 9.5 milioni
di euro per l'imprenditore Giuseppe Li Pera, originario di
Polizzi Generosa, in provincia di Palermo, ma da anni residente
a Caltanissetta. La Direzione investigativa antimafia ha dato
esecuzione al provvedimento emesso dalla Sezione misure di
prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, su proposta del
direttore della Dia. La confisca, che segue il sequestro
effettuato nel 2020, "trae origine - si legge in una nota della
Dia - da una complessa attività investigativa condotta dal
Centro operativo di Caltanissetta, che ha ripercorso la carriera
dell'imprenditore dalla metà degli anni '80 ad oggi,
accertandone la pericolosità sociale nonché un'ascesa
economico-imprenditoriale costellata da costanti e continui
rapporti intrattenuti tra Li Pera e il gotha dell'imprenditoria
mafiosa". Li Pera già dal 2007, risultava condannato
definitivamente per associazione mafiosa, al termine di
complesso percorso giudiziario, le cui origini risalgono al
1991, nell'ambito dell'indagine del Ros nella nota inchiesta
"mafia e appalti". Secondo la ricostruzione degli investigatori
Li Pera, alla fine degli anni '80, dipendente di una grossa
società del nord Italia, attiva nel settore delle grandi opere
negli appalti pubblici, non soltanto si prodigò in favore di
quella società per ottenere illeciti vantaggi in termini di
aggiudicazione e gestione degli appalti in Sicilia ma, grazie
alla sua vicinanza al contesto mafioso, ne trasse personale
illecito arricchimento tramite una impresa a lui direttamente
riconducibile. Una vicenda complessa e molto articolata che
inizia dalla formale collaborazione con la Giustizia, a partire
dal giugno 1992, seguita, successivamente, dalla cessazione del
beneficio dello speciale programma di protezione su espressa
rinuncia dell'imprenditore che dal 2001 inizia, tramite
prestanome, la diretta gestione delle numerose società a lui
riconducibili operanti in provincia di Catania, Messina e
Trapani. Un impero milionario conseguito in oltre trent'anni di
attività imprenditoriale e rapporti d'affari, intrattenuti anche
con diversi boss mafiosi del vertice della mafia siciliana.
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