"Partiamo da quegli applausi di lunedì 16 gennaio e ora bisogna dare voce e sostegno all'antimafia diffusa". Lo ha detto il presidente della Commissione regionale antimafia Antonello Cracolici prima dell'inizio dei lavori a palazzo Pignatelli a Castelvetrano dopo l'arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro il 16 gennaio scorso. "Dobbiamo sostenere con strumenti le forze dell'ordine - ha aggiunto - e dobbiamo alzare lo sguardo verso quel rapporto tra la borghesia mafiosa e il sistema massonico in questa provincia". Poi Cracolici ha ribadito che "Castelvetrano deve acquisire la consapevolezza del suo riscatto, la città deve sapere andare oltre la rappresentazione. Questo territorio, del resto, è ricco di imprenditori ed è la patria delle olive da mensa", ha detto.
Il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano prima dell'inizio dei lavori della Commissione regionale antimafia ha detto: "L'attuale sistema di gestione dei beni confiscati va rivisto perché non è funzionale. Se la mafia fa 10, lo Stato deve essere in grado di fare 11". Nella cittadina in questi anni si è assistito al fallimento del gruppo '6GdO' che fu confiscato a Giuseppe Grigoli e poi gestito da amministratori giudiziari. Il sindaco lancia una sua proposta per una eventuale riforma: "E' necessario che la gestione dei beni confiscati sia affidata a un comitato interdisciplinare di professionisti guidato da un manager scelto con evidenza pubblica - ha detto il sindaco - abbiamo bisogno di persone con competenze sui settori che si devono amministrare. Altrimenti lo Stato rischia di rimanere fallimentare quando si occupa della gestione dei beni confiscati".
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