Tornano in piazza i disoccupati
palermitani percettori del reddito di cittadinanza, dopo la
nuova stretta del governo Meloni sulla misura. I disoccupati tra
i 18 e i 59 anni che possono lavorare e non hanno a carico
minori, disabili o anziani perderanno il sussidio nel 2023, dopo
sette mesi.
I manifestanti, guidati da Davide Grasso, Toni Guarino e
Giuseppe De Lisi, sono partiti dal Castello della Zisa e hanno
attraversato via Lascaris e via Imera, per raggiungere il
palazzo della Regione.
"I siciliani hanno smesso di abbassare la testa. Se qui non c'è
lavoro è colpa dello Stato italiano che non ha mai voluto
investire in Sicilia, ma solo al Nord. Noi rifiutiamo di
emigrare, vogliamo lavorare nella nostra terra. È un nostro
diritto. La Sicilia è dei siciliani, non siamo buoni solo come
manodopera per le regioni sviluppate del Nord o per pagare le
tasse. O il governo mette in campo un piano di sviluppo in
Sicilia o l'Unità nazionale è solo una barzelletta", dice Toni
Guarino.
Erano già scesi in piazza lo scorso novembre e promettono di
continuare a manifestare finché il governo Meloni non farà un
passo indietro.
"Già adesso prendo il reddito, ma non arrivo a fine mese. Sono
costretto a chiedere la spesa alla Caritas. Chi parla dentro i
Palazzi o negli studi televisivi ha la pancia piena, non conosce
la realtà", continua, Giuseppe De Lisi, padre di famiglia che
percepisce il reddito da 11 mesi.
I manifestanti hanno anche alcune soluzioni. Le spiega Davide
Grasso: "potenziare i centri per l'impiego, facendo in modo che
tutte le offerte di lavoro passino da lì, in modo da garantire
la massima trasparenza e la regolarità dei contratti; attuare un
cambio generazionale dei lavoratori forestali, alcuni dei quali
hanno anche 60/65 anni, assumendo i percettori di Rdc di una età
più giovane".
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