L'Asp nissena, dove il
presidio ospedaliero Longo di Mussomeli è in grave affanno per
l'assenza di medici e personale sanitario, pensa di reclutare
medici argentini.
"E' noto da vent'anni che il fabbisogno di medici e sanitari sia
inadeguato - ha detto il presidente dell'ordine dei medici di
Palermo Toti Amato, consigliere della Fnomceo - e siamo
consapevoli che in uno stato d'emergenza servono misure urgenti
per garantire salute ai cittadini. Ma non è accettabile che
questo possa avvenire senza nessuna interlocuzione e un piano
straordinario concordato tra Regione e istituzioni ordinistiche,
pienamente coinvolte nel processo di certificazione necessaria
ai colleghi esteri per esercitare la professione in Italia".
Per i nove presidenti degli ordini provinciali "la chiamata alle
armi di medici stranieri che diverse istituzioni pubbliche e
private sembra stiano esaminando è una soluzione a tempo, la
durata di un contratto che rinvia un problema grave senza
guardare in casa nostra e scavalcando ogni regola ordinaria e
straordinaria in tema di assunzioni in sanità".
Le stesse misure amministrative eccezionali con cui la Calabria
ha assunto medici cubani per sostenere i suoi ospedali, secondo
Amato "possono essere applicate ai nostri specializzandi,
pensionati o medici in formazione per la medicina generale,
oltre che ai colleghi migrati all'estero per mancanza di lavoro
o di un contratto dignitoso".
Grazie a una deroga temporanea che sposta il riconoscimento dei
titoli conseguiti in Paesi stranieri dal Ministero alle Regioni,
conclude il presidente dei medici "chiamare in soccorso
personale medico estero significa derogare dalle garanzie di
quella qualità assistenziale richiesta in Italia ai nostri
professionisti dopo un lungo percorso formativo certificato,
mortificandoli con contratti di tre mesi, spesso anche in libera
professione, a differenza dei tre anni dei loro colleghi cubani
ridotti in schiavitù dal regime".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA