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Sicilia: associazioni, Beni culturali a chi non ha requisiti

Sicilia: associazioni, Beni culturali a chi non ha requisiti

Italia Nostra e Archeologi contestano nomine Parchi archeologici

PALERMO, 20 giugno 2022, 17:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ancora una volta prendiamo atto che la selezione della classe dirigente degli Istituti regionali di tutela non avviene sulla base di una valutazione meritocratica, trasparente, dei titoli scientifici e di servizio, ma addirittura prescinde dallo stesso possesso dei requisiti professionali richiesti dalle leggi regionali e nazionali". E' quanto si legge in una nota congiunta firmata da alcune associazioni, come Italia Nostra e la Confederazione italiana degli archeologi, con la quale si contestano le ultime nomine della Regione nel settore dei Beni Culturali.
    Nella nota si ricorda che il 15 giugno scorso sono stati nominati, con decreti assessoriali, tutti i nuovi direttori dei Parchi archeologici siciliani: "Soltanto due di essi - osservano le associazioni - sono archeologi, quello di Naxos e quello di Lentini; la gran parte sono architetti, mentre due sono geologi, quelli di Siracusa e di Catania, e uno agronomo, quello di Selinunte - Cave di Cusa - Pantelleria. Quest'ultimo, dirigente del Centro per l'Impiego di Trapani, con una lunga carriera nei Consorzi di Bonifica, non ha mai svolto servizio nell'assessorato dei Beni Culturali, come del resto, i nuovi direttori del Parco di Catania e del Parco di Himera. Chiudono il tourbillon di nomine gli incarichi di direttore del Museo Pepoli di Trapani a un'agronoma e della Galleria d'Arte di Palazzo Bellomo a una geologa, che ha già rivestito lo stesso incarico". Che la responsabilità dei compiti di tutela e valorizzazione dei beni archeologici debba essere assegnata ad archeologi con un ben determinato curriculum, sotolineano i firmatari della nota , "è prescritto chiaramente dal Codice dei Beni Culturali; inoltre alcune nomine contravvengono la stessa legge regionale che ha istituito il sistema dei Parchi archeologici siciliani".
    "Cui prodest - ci chiediamo - questa ennesima, preoccupante "disorganizzazione" del sistema di tutela dei beni culturali in Sicilia?", conclude la nota.
   

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