Hanno bruciato per protesta le
proprie tessere elettorali i pescatori di Sciacca (in provincia
di Agrigento), che da lunedì hanno ripreso lo sciopero contro il
fenomeno del caro gasolio. "È un modo per manifestare il nostro
malessere nei confronti di una classe politica che non riesce a
dare risposte al nostro settore", ha detto Salvatore Scaduto,
presidente della cooperativa "Madonna del Soccorso", che
raggruppa buona parte degli armatori della locale flotta
peschereccia.
Nelle scorse ore l'assessore regionale alla Pesca Toni Scilla
aveva fatto un appello ai pescatori a sospendere la protesta e a
tornare in mare, ravvisando il rischio che il mercato del pesce
possa essere occupato da prodotti provenienti dall'estero. "Noi
vorremmo tornare a lavorare, ma con il gasolio a più di un euro
e 25 al litro non riusciamo a coprire nemmeno le spese vive", ha
detto Giacomo Fauci, proprietario di un motopeschereccio. "Con
questa situazione - ha concluso - alcuni di noi si stanno già
vedendo costretti ad attivare le procedure per garantire agli
equipaggi almeno la cassa integrazione", ha aggiunto.
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