(ANSA) - PALERMO, 11 MAG - "Il modo migliore in cui le
istituzioni possono ricordare Falcone e i nostri morti è di
creare le condizioni perché i magistrati proseguano in modo
efficace la ricerca della verità anche sulle entità esterne alla
mafia che verosimilmente parteciparono all'ideazione,
organizzazione ed esecuzione dell'attentato. La sua eredità è
già stata tradita? A mio avviso, sì...". Lo afferma il
magistrato Nino Di Matteo un'intervista a Oggi, in edicola
domani, ricordando Giovanni Falcone a trent'anni dalla strage di
Capaci. "Dal punto di vista politico istituzionale - aggiunge -,
temo che da parte di molti si voglia considerare il tempo delle
stragi un capitolo chiuso".
Nell'intervista ad Andrea Purgatori, Di Matteo dice che la
strage non fu solo di vendetta, ma con altri due moventi "uno
preventivo e l'altro di finalità terroristica". E che ci siano
state, in quella di Capaci e in successive stragi, mani esterne
alla mafia: "È ciò che è emerso nei processi", sottolinea. Di
Matteo risponde anche su Giuseppe e Filippo Graviano, ora in
carcere, e l'eterno latitante Matteo Messina Denaro: "Queste tre
figure non rappresentano il passato ma il presente di Cosa
Nostra. I Graviano, all'epoca giovani stragisti, non si sono
rassegnati a finire i loro giorni in carcere. Forse in questi
anni hanno nutrito la speranza che fosse abolito l'ergastolo
ostativo e ora cercano di capire se può essere un momento
propizio in cui continuare nella fase del basso profilo di Cosa
Nostra oppure no. E io temo che possano alzare nuovamente il
tiro contro lo Stato". E su Messina Denaro aggiunge: "È in
possesso di un'arma micidiale: la conoscenza dei rapporti che
Cosa Nostra ha avuto nel periodo delle stragi. Quest'arma vale
più di quintali di tritolo perché è l'arma del ricatto. Uno
Stato che alcune volte si autocelebra nel dire che la mafia è
stata sconfitta, dovrebbe avere pudore ad affermarlo con
nettezza quando uno dei suoi principali protagonisti è ancora
libero. E libero di ricattare". (ANSA).
Mafia: Di Matteo, tradita l'eredità di Falcone
"Molti considerano stragi capitolo chiuso.Non c'è ancora verità"
