Tra le piccole emittenti che non
potranno più trasmettere in Sicilia perchè non sono state
ammesse alla graduatoria del nuovo digitale terrestre c'è anche
la piccola combattiva TeleJato, guidata da Pino Maniaci, che in
un vasto territorio tra Partinico e Corleone aveva un largo
seguito occupandosi di inchieste sulla mafia. Già 10 anni fa
l'emittente di Partinico rischiò di restare fuori dal digitale e
allora dopo alcune proteste era riuscita ad essere inserita in
un consorzio.
"Non c'è riuscita la mafia coi suoi attentati a farci
chiudere, non ci sono riusciti pezzi del tribunale di Palermo e
ci riesce lo Stato. Le nostre frequenze sono state vendute al
5g. In Sicilia ha vinto l'appalto la Rai in altre regioni
Mediaset. Adesso per avere un canale tutto nostro è davvero
tutto più difficile - dice Maniaci - Al momento trasmettiamo in
streaming sul sito Telejato.it sui canali social e siamo
riusciti ad avere su Tvm alcune finestre per i telegiornali che
vanno in onda alle 14 alle 15, dalle 20.30 alle 21.30 e da
mezzanotte all'una. Ho promesso alla responsabile delle
televisione di fare un telegiornale più soft per evitare di
allungare la sfilza di oltre 380 querele che mi sono preso in
questi anni".
Ma Pino Maniaci sta combattendo una battaglia non solo per
lui, ma anche per le altre televisioni costrette a chiudere.
"Per avere un canale tutto mio servono 40 mila euro - aggiunge
Maniaci - L'unico gruppo che ha la possibilità di affittare un
canale è Trm, che chiede 3.500 euro al mese. Abbiamo iniziato
una sottoscrizione che sta andando bene. Ma questa non può
essere la strada. Anche perché noi non vendiamo tappetti o
elettrodomestici, facciamo informazione e abbiamo grossi limiti
pubblicitari. In questi giorni, in queste settimane continueremo
a lottare perché non vogliamo sparire".
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