(ANSA) - MARSALA, 29 APR - Respingendo il ricorso della Rai,
la prima sezione civile della Corte d'appello di Roma
(presidente Ettore Capizzi) ha confermato la sentenza con cui,
nel febbraio 2017, l'ente televisivo di Stato venne condannato
dal Tribunale civile della Capitale a risarcire con 8 mila euro
il capomafia palermitano Giuseppe Graviano per danno
all'immagine. A rappresentare in giudizio il boss stragista sono
stati gli avvocati Francesco Vinci e Federico Vianelli.
Alla base della causa civile intentata da Graviano c'è il
suo rifiuto di farsi riprendere dalle telecamere della Rai
durante un processo di corte d'assise in corso nel carcere di
Rebibbia. Il consenso di imputati e testi è imposto dalla legge.
Nonostante il boss avesse detto no, gli operatori effettuarono
le riprese. Le immagini finirono in rete e il padrino di
Brancaccio decise di intraprendere le vie legali. Il presidente
del collegio che celebrava il processo ha ribadito che Graviano
non aveva prestato il consenso. In primo grado, la Rai fu
condannata anche a pagare 3mila euro di spese legali. Adesso,
invece, le spese legali, sempre a carico della Rai, sono state
quantificate in 9mila euro. (ANSA).
Riprese in aula del boss Graviano, Rai condannata in appello
Non ha autorizzato, danno a immagine
