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Crimini d'odio: Rizzi, antidoto la cultura dell'integrazione

Crimini d'odio: Rizzi, antidoto la cultura dell'integrazione

Vice capo della Polizia a Palermo per incontro dell'Oscad

PALERMO, 21 aprile 2022, 12:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"I crimini dell'odio si basano su una discriminazione e il nostro ordinamento ne prevede solo 4: etnica, nazionale, razziale e religiosa. L'obiettivo è quello di affrontare l'odio come categoria criminologica dalla prospettiva degli operatori della sicurezza". Lo ha detto il vice capo della Polizia Vittorio Rizzi a Palermo per una conferenza dell'Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori voluto 11 anni fa dall'allora capo della Polizia Antonio Manganelli.
    "A testimonianza di quanto spesso il concetto sia divisivo, non esiste una definizione giuridica dei crimini d'odio, pur trattandosi di reati fortemente connotati dal pregiudizio per una caratteristica della vittima che attiene a un aspetto profondo della sua identità e di quella del gruppo cui appartiene"" ha aggiunto Rizzi sottolineando che si tratta di fenomeni su cui serve una preparazione e un formazione specifica. "La sfida perché tolleranza ed inclusione diventino aspetti fondanti della nostra società è ancor più complessa se è vero che alle minacce del mondo reale si affiancano oggi i pericoli dell'odio on line - ha proseguito - L'antidoto più potente, dunque, non può essere allora che la cultura per combattere l'ignoranza di chi ha paura del diverso, di chi si chiude negli stereotipi e non sa guardare oltre. E le forze di polizia giocano un ruolo centrale nel bloccare ogni forma di intolleranza prima che degeneri in sofferenza".
   

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