(di Giovanni Franco)
(ANSA) - PALERMO, 02 APR - Un palcoscenico a cielo aperto con
centinaia di persone che diventano attori e recitano un copione
antico che si tramanda da secoli. Durante la Settimana Santa,
Caltanissetta si trasforma in un immenso teatro dove, dalla
Domenica delle Palme alla fino a Pasqua, prendono vita maestose
e antiche tradizioni, processioni e riti. Le celebrazioni
iniziano con le rappresentazioni del lunedì e del martedì Santo
ed entrano nel vivo mercoledì con la processione della Real
Maestranza, un affollato corteo di 400 persone delle più antiche
corporazioni artigiane. Poi il clou è la sera di giovedì, quando
entrano in scena le sedici Vare o Misteri, speciali carri su cui
vengono montati imponenti gruppi scultorei in legno, cartapesta
e gesso che simboleggiano per lo più un momento della via
Crucis; alcuni di essi però riproducono dipinti famosi, come
quelli della Cena e della Deposizione. Ma come è cambiata negli
anni la manifestazione che nei prossimi giorni, dopo la pausa
della pandemia da Covid, salvo imprevisti, si ripeterà? Una
risposta tenterà di darla la mostra fotografica, di Lillo
Miccichè e Gianfranco Ayala, dal titolo "La Settimana Santa a
Caltanissetta - Ieri e Oggi", patrocinata dal Comune di
Caltanissetta e dalla Pro Loco, che si svolgerà dall'8 al 30
aprile prossimi. Una sequenza di circa 80 immagini suddivise con
le foto realizzate da Ayala, 89 anni, neurochirurgo negli Usa,
in pensione, che negli anni '50 ha fotografato la storica
processione: una carrellata di immagini che racconta non solo i
grandi gruppi sacri opere del Biancardi, ma soprattutto le
persone che vivevano la Settimana Santa come un momento di festa
e di incontro sociale.
Le foto di Miccichè, 60 anni, descrivono in maniera ampia tutta
le fasi della kermesse. La mostra è visitabile tutti i giorni
presso lo spazio espositivo Ex Rifugio, nel centro storico a
Caltanissetta. (ANSA).
La Settimana Santa di Caltanissetta raccontata da due fotografi
Scatti di Ayala e Miccichè ne raccontano evoluzione
