(ANSA) - PALERMO, 31 MAR - Si attesta all'87% la quota di
siciliani che nell'ultimo anno ha consumato vino, un valore che
supera di 2 punti quello registrato nell'immediato pre-Covid
(2019). Un rapporto con il vino, quello riscontrato in una
regione che rappresenta il primo vigneto d'Italia per
superficie, che si conferma privilegiato e - ancor più che nel
resto d'Italia - consapevole e responsabile, con due user su tre
che non superano in media i 4 bicchieri a settimana. Lo dice
l'ultima indagine "Gli italiani e il vino, Report Sicilia",
presentata oggi a Palermo alla conferenza stampa della 54ª
edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 10 al 13
aprile. All'evento hanno preso parte Toni Scilla, assessore
dell'Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca
Mediterraneo della Regione Siciliana, e Giovanni Mantovani,
direttore generale Veronafiere.
"L'offerta enologica della Sicilia è sicuramente tra quelle più
attrattive per gli operatori di Vinitaly - ha commentato il
direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Sono
185 le aziende siciliane, in un padiglione dedicato, presenti al
54° Salone internazionale dei vini e distillati. Una sinergia di
lunga data, quella con la Regione Sicilia, che trova la propria
sintesi promozionale in Vinitaly".
L'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor ha voluto
confrontare l'attuale sentiment dei siciliani per il vino. Il
quadro che emerge indica, anche per la Sicilia, molte conferme e
diverse novità nell'approccio al vino. In primo luogo, per una
regione che concentra una media di consumo pro-capite di circa 4
bicchieri a settimana e una minor incidenza rispetto al dato
nazionale di chi beve tutti i giorni (22%), vi è la convinzione
che il consumo moderato non comporti rischi per la salute (75%
delle risposte), soprattutto se "associato a uno stile di vita
sano" (79%, con solo il 5% del campione che non si trova
d'accordo con l'affermazione. Moderazione che non ha impedito
una leggera crescita delle occasioni di consumo rispetto alla
precedente indagine del 2019. Gli user dell'Isola dichiarano
infatti di averne aumentato l'utilizzo nel 22% dei casi a fronte
di una diminuzione che si ferma al 13%, con il 65% che segnala
una quantità invariata. Il dato è in controtendenza rispetto
all'approccio alla birra (il 22% ha diminuito, il 16% aumentato)
e soprattutto ai superalcolici (il 44% ha diminuito, l'11%
aumentato).
E se in Italia vola sempre più lo spritz, in Sicilia il vino
rosso, con il Nero D'Avola, rimane il re dei consumi sia in casa
- dove cresce dal 52% al 59% - che fuori casa. Incrementa ancora
di più il vino bianco, che passa dal 18% al 33% della frequenza.
Ma, secondo l'Osservatorio del Vinitaly le differenze sul
periodo non finiscono qui e riguardano in particolare le scelte
future dei consumatori. Sale infatti l'indice di gradimento per
i vini biologici/sostenibili, che conquistano il primo posto tra
i prodotti indicati a maggior potenziale di crescita nei
prossimi anni con il 26% delle preferenze ai danni dei vitigni
autoctoni - che in 3 anni passano dal 25% al 19% - e dai vini
regionali (Sicilia, Toscana e Piemonte in testa), stabili al
14%. Una rivoluzione verde confermata anche dalla forte
motivazione sui vini sostenibili, per i quali i consumatori
dell'Isola sono disposti a spendere in media quasi il 10% in più
pur di sposare la scelta etica. (ANSA).
Vino: Sicilia, crescono consumatori ma attenti e sostenibili
I dati dell'Osservatorio Vinitaly, l'87% beve ma con moderazione
