(ANSA) - TRAPANI, 27 MAR - La Direzione Investigativa
Antimafia ha eseguito un decreto di confisca emesso dal
Tribunale di Trapani nei confronti di un imprenditore edile
siciliano.
Secondo gli inquirenti, sin dagli anni 90, l'imprenditore
sarebbe entrato a far parte di un contesto societario
controllato da ambienti mafiosi, fornendo liquidità per
ripianare esposizioni con il sistema bancario. Le attività
investigative svolte dalla Dia hanno dimostrato come
l'imprenditore, oltre a svolgere il ruolo di prestanome delle
quote di alcuni esponenti mafiosi tra i quali il "capo
mandamento" di Trapani, avrebbe consentito alla società, della
quale aveva rilevato alcune quote, di effettuare
un'importantissima e redditizia speculazione immobiliare facendo
pressioni sugli uffici comunali affinché modificassero la
destinazione d'uso di un appezzamento di terreno per la
realizzazione di villette residenziali.
Il terreno fu poi sottoposto a sequestro. L'imprenditore
aveva acquistato un'area edificabile in una zona sottoposta a
vincolo giudiziario e sulla quale aveva ottenuto un'importante
concessione edilizia, interponendo nel rapporto di compravendita
una nuova società. Il dubbio sulla liceità dell'operazione è
sorto dall'analisi di un documento antiriciclaggio fornito dagli
organi di vigilanza della Banca d'Italia. Tra i beni sottoposti
a confisca ci sono: una società di capitali nel settore
dell'edilizia, 39 fabbricati (civili abitazioni, magazzini e
negozi) tra Trapani ed Erice, 9 sull'isola di Levanzo (Trapani),
2 terreni e un conto corrente bancario, per un valore
complessivo di oltre 15 milioni di euro. (ANSA).
Mafia: confiscati beni per 15 mln a imprenditore
