(ANSA) - PALERMO, 11 FEB - Il Comune di Palermo rischia di
perdere il risarcimento del danno ottenuto al processo per
l'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà, il penalista massacrato a
bastonate a pochi metri dal suo studio e deceduto in ospedale il
26 febbraio del 2010. All'udienza di ieri, in cui, dopo la
discussione della Procura Generale. Le parti civili hanno
presentato le loro conclusioni, il legale del Comune, che era
costituito in giudizio, non si è presentato in aula e quindi non
ha potuto depositare la comparsa conclusionale con la richiesta
di conferma del risarcimento avuto in primo grado.
La corte d'assise d'appello che celebra il processo potrebbe
ora dichiarare decaduto il Comune.
Secondo quanto si apprende, l'unico avvocato dell'ufficio
legale di Palazzo delle Aquile che negli ultimi anni ha seguito
i processi penali, spesso come parte civile, sarebbe andato in
pensione e nessuno avrebbe preso il suo posto.
Recentemente un episodio analogo era avvenuto in un
dibattimento che riguardava la morte di un operaio in un
incidente sul lavoro in cui il Comune era parte civile.
Per l'omicidio Fragalà furono condannati in corte d'assise 4
boss: Antonino Abbate, ritenuto l'esecutore materiale del
delitto, che aveva avuto 30 anni, Francesco Arcuri , che ne
aveva avuti 24, Salvatore Ingrassia che ne aveva avuti 22.
Quattordici anni erano stati inflitti al dichiarante Antonino
Siragusa a cui i giudici avevano riconosciuto l'attenuante
speciale della collaborazione con la giustizia. Assolti
Francesco Castronovo a Paolo Cocco. La corte aveva riconosciuto
una provvisionale di 100mila euro ciascuno alla moglie e ai
figli del penalista. Settantamila euro erano stati riconosciuti
alla madre di Fragalà nel frattempo deceduta, 25mila alla Camera
Penale e al Consiglio dell'Ordine degli avvocati, 10mila al
Consiglio Nazionale Forense. (ANSA).
Fragalà:Comune non va al processo,a rischio il risarcimento
Era parte civile in appello, legali disertano udienza
