Dopo lo stop alla pre-apertura
della caccia del 31 agosto e del 7 settembre, adesso il
Tribunale amministrativo regionale sospende per la terza volta
il calendario venatorio 2021-22 in Sicilia, emanato
dall'assessore regionale all'Agricoltura Toni Scilla. Oggi, il
Tar di Palermo ha depositato l'ordinanza che accoglie la
sospensiva richiesta da Wwf Italia, Lav, Legambiente Sicilia,
Lipu BirdLife Italia, Lndc Animal Protection ed Enpa che, difese
dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice, avevano
impugnato i decreti assessoriali che stabilivano periodi e
specie cacciabili. Secondo il Tar la Regione non ha tenuto
conto dell'emergenza ambientale determinata dagli incendi
estivi, che hanno danneggiato gravemente le popolazioni di
animali selvatici" E' quanto si legge in una nota delle
associazioni. Nel ricorso le sei associazioni avevano
stigmatizzato "l'apertura della stagione venatoria in violazione
del principio di precauzione ed in manifesta contraddizione con
l'emergenza degli incendi, mettendo a rischio la conservazione
degli habitat naturali e la sopravvivenza di molte specie". La
Regione da una parte aveva dichiarato lo stato di calamità per
agricoltura e zootecnia, dall'altra aveva comunque autorizzato
l'apertura della caccia "senza, però, individuare e tabellare
tutte le aree incendiate dove vietare la caccia". "Con questa
ulteriore vittoria giudiziaria è stata riaffermata la legalità e
la prioritaria esigenza di tutela della biodiversità - si legge
nella nota - Scilla sapeva di approvare atti illegittimi e
devastanti per la fauna, ma lo ha voluto fare ugualmente per
concedere un regalo ai cacciatori più oltranzisti". Il Tar,
sottolineano le associazioni, "ha dichiarato illegittima anche
l'inclusione della tortora selvatica tra le specie cacciabili,
nonché l'allungamento della stagione di caccia alla beccaccia
fino al 10 gennaio, in periodo di migrazione prenuziale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA