La base operativa era il quartiere
Brancaccio. Da qui i componenti di una banda sarebbero partiti
per rubare auto e moto in mezza provincia di Palermo. I
carabinieri della compagnia di Misilmeri hanno eseguito
un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Termini
Imerese nei confronti di 10 palermitani accusati a vario titolo
di associazione per delinquere per commettere furti, rapine,
ricettazione, riciclaggio ed estorsione con il metodo del
cavallo di ritorno. Due sono finiti in carcere, cinque ai
domiciliari e tre hanno l'obbligo di presentazione alla Pg. Le
indagini dell'operazione si sono sviluppate tra febbraio e
luglio del 2019. Obiettivo principale della banda era il furto
di auto, motocicli, ciclomotori che venivano poi utilizzati per
furti o rapine. Alcuni mezzi venivano smontati per rivenderne i
pezzi per ricambi e in altri casi la banda chiedeva soldi per
restituire il furgone, l'auto o la moto rubati. La banda
utilizzava mezzi rubati per compiere reati e i componenti
dell'organizzazione agivano sempre a volto coperto, con
fasciacollo o felpe con cappucci per non essere riconosciuti nei
filmati ripresi dai sistemi di videosorveglianza nel territorio.
Sono stati individuati i vertici e i gregari dell'associazione,
che operavano nella provincia di Palermo, e sono stati
recuperati numerosi veicoli che sono stati restituiti ai
proprietari. Sono stati accertati oltre 20 episodi di furto
commessi nei comuni di Bolognetta, Misilmeri, Marineo, San
Giuseppe Jato, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi, Bagheria e
Monreale, una rapina, due tentativi di estorsione e un episodio
accertato di estorsione con il metodo del "cavallo di ritorno".
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