"Non avrei mai pensato in quel
lontano 1969, quando nella mia prima trasmissione tv a Speciale
per voi sul secondo canale della Rai arrivò quel ragazzo dalla
Sicilia con una canzoncina leggera (Bella ragazza, ndr) in gara
a un Disco per l'estate, che sarebbe poi diventato un grande
esploratore musicale, poetico e filosofico. Non è stato solo un
maestro, come molti lo definiscono, ma un inventore". Così Renzo
Arbore, ricorda i primi anni di carriera di Franco Battiato,
morto nella notte, dopo una lunga malattia.
"Non è mai stato catalogabile, né paragonabile ad altre
personalità, italiane o americane - continua Arbore -. Ha
'razzolato', se così si può dire, nella cultura e nella
filosofia di tutto il mondo, sempre a caccia di originalità e
senza sudditanza verso interessi economici e commerciali. Trovò
il successo popolare, con canzoni entrate nella storia, ma suo
malgrado perché una delle sue caratteristiche peculiari era
invece rifuggirlo".
Una frequentazione con la filosofia che ha plasmato testi
unici e raffinati. "Data l'originalità della sua scrittura -
continua Arbore -, il giusto riconoscimento alla sua opera
arriverà ora che sarà studiato. Si capirà il suo originalissimo
percorso e sarà catalogato tra i grandi esponenti della cultura
italiana".
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