"Disporre l'immediata sospensione
cautelativa della somministrazione del vaccino AstraZeneca per i
soggetti con età inferiore a 60 anni nel pieno rispetto della
campagna vaccinale". È la richiesta, presentata in un esposto
alla Procura di Messina, all'Ema, all'Aifa e al ministero della
Salute dai genitori della professoressa Augusta Turiaco, 55
anni, alla quale era stata somministrata una dose di
AstraZeneca, morta dopo una settimana di coma farmacologico nel
Policlinico della Città dello Stretto.
L'esposto, presentato dall'avvocato Daniela Agnello, è
motivato "nell'interesse della salute come diritto fondamentale
dell'individuo e della collettività". Nel documento si
sottolinea che l'esposto "non costituisce un attacco alla
campagna vaccinale, ritenuta necessaria e indispensabile, ma
rappresenta un segnale di allarme, una richiesta di indagini, di
chiarimenti e di approfondimenti, di verità in un momento di
grande apprensione e confusione sociale".
Nella richiesta si rileva che, secondo i consulenti tecnici
di parte, "è possibile confermare l'ipotesi diagnostica che
esclude preesistenti patologie che possano aver avuto un ruolo
significativo nel determinismo della trombosi polidistrettuale".
Dall'autopsia è emerso, si cita nell'esposto, che la
professoressa "ha riportato trombocitopenia, trombosi della vena
porta, trombosi della giugulare, trombosi della vena cava
inferiore, alla mesenterica, embolia polmonare e trombosi del
seno venoso cerebrale con successiva emorragia cerebrale".
I periti di parte, inoltre, sottolineano "la strettissima
correlazione temporale con l'inoculazione del vaccino" e
"l'evento infausto della prof. Turiaco, così " come quelli di
tutti gli altri eventi letali" registrati in casi simili. E
questo, assieme a decisioni già adottate in tal senso da altri
Paesi, osserva l'avvocato Daniela Agnelo, "impone l'emissione di
un provvedimento immediato finalizzato a scongiurare ulteriori
effetti devastanti sui soggetti al di sotto dei 60 anni di età".
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