Il prossimo 10 febbraio ricorrerà
l'anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex questore
reggente di Fiume, morto nel 1945 nel campo di concentramento
nazista di Dachau e riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" per
aver salvato migliaia di ebrei, stranieri ed italiani, sfidando
il regime e le leggi razziali.
Domani, alle ore 11,30, nel giardino di Villa Bonanno avrà
luogo una cerimonia che, nel rispetto delle misure di
distanziamento sociale, vedrà piantumato un albero di mandorlo
ed affissa una targa in memoria "del coraggioso questore di
Fiume".
Il 17 aprile 1955, gli venne concessa la Medaglia d'Oro alla
memoria dall'Unione delle Comunità Israelitiche d'Italia con la
seguente motivazione: "Commissario all'Ufficio stranieri della
Questura di Fiume, tanto operò in favore degli ebrei e di altri
perseguitati, che venne arrestato dai nazisti nel settembre 1944
e deportato in Germania. Le sevizie e le privazioni del campo di
sterminio, a Dachau, ne troncarono, alla vigilia della
liberazione, la mirabile esistenza. Se al suo nome nello Stato
d'Israele sono state dedicate una via e una foresta, gli ebrei
d'Italia vogliono anch'essi onorarne il ricordo".
A Palatucci è attribuita anche la distruzione di moltissimi
fascicoli di cittadini di religione ebraica per sottrarli alla
deportazione, dal 1937, anno del suo arrivo a Fiume come
responsabile dell'Ufficio stranieri, sino al giorno del suo
arresto. Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma emanò un Editto
per l'apertura del processo di beatificazione del "Servo di Dio
Giovanni Palatucci", avvenuta il 9 ottobre 2002. Inoltre, in
occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000,
papa Giovanni Paolo II lo annoverò tra i martiri del XX Secolo.
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