Matteo Tamburello, 57 anni,
presunto boss mafioso di Mazara del Vallo (Tp), per il quale lo
scorso 2 luglio il pm della Dda di Palermo Pierangelo Padova ha
invocato la condanna a venti anni di carcere, ha ricusato, oggi
pomeriggio, due dei tre giudici del Tribunale di Marsala davanti
al quale è processato. Tamburello, tramite il suo legale, Luigi
Pipitone, ha ricusato il presidente del collegio, Vito Marcello
Saladino, e il giudice a latere Andrea Agate. E questo alla luce
di quanto espresso dai due giudici nelle motivazioni, depositate
una settimana fa, della sentenza di primo grado, emessa lo
scorso 9 aprile, del processo scaturito dall'operazione
antimafia "Visir", condotta dai carabinieri di Marsala il 10
maggio 2017. Secondo la difesa di Tamburello, che nel "Visir"
non era imputato, i giudici, nel motivare la condanna del
mazarese Fabrizio Vinci (12 anni di carcere), hanno espresso
"valutazioni di merito" sulle condotte contestate a Tamburello
nel processo attualmente in corso. Insomma, per la difesa,
avrebbero già espresso un convincimento su un imputato sul quale
ancora devono decidere la sentenza. Nel frattempo, subito dopo
la presentazione dell'istanza di ricusazione, il presidente del
collegio Vito Marcello Saladino ha detto in aula che sia lui che
il giudice Agate avevano già maturato l'intenzione di astenersi
dal processo. Sull'istanza dei giudici deciderà il presidente
del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa, mentre sulla
ricusazione della difesa è chiamata ad esprimersi la Corte
d'appello di Palermo. Se il collegio cambierà si saprà
nell'udienza dell'11 novembre prossimo. A Matteo Tamburello,
arrestato l'11 dicembre 2018 (operazione "Eris") e processato
per associazione mafiosa e violazione della sorveglianza
speciale, gli investigatori contestano di essersi mosso, dopo
l'uscita dal carcere, a fine novembre 2015, scontata una
condanna a 9 anni per mafia, per riorganizzare gli assetti del
"mandamento" di Mazara, al cui vertice, nel frattempo, sarebbe
assurto Dario Messina.
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