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Gatti sul podio del "Massimo", concerto dedicato a Beethoven

Gatti sul podio del "Massimo", concerto dedicato a Beethoven

Venerdì 2 ottobre per il Festival "Sotto una nuova luce"

PALERMO, 01 ottobre 2020, 12:31

Redazione ANSA

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Daniele Gatti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Daniele Gatti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Daniele Gatti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Festival "Sotto una nuova luce" segna al Teatro Massimo di Palermo un altro appuntamento di grande rilievo. Dopo i successi del Don Giovanni diretto da Wellber e Anna Netrebko in concerto, adesso è la volta di Daniele Gatti, tra i più apprezzati direttori del panorama mondiale che dirige per la prima volta a Palermo un programma tutto dedicato a Beethoven: l'ouverture di "Egmont", la prima e la celebre sesta sinfonia del genio di Bonn, la "Pastorale", domani sera venerdì 2 ottobre alle 20,30.
    Proprio nel periodo più complesso e pericoloso il Teatro Massimo ha realizzato un Festival prezioso e di prestigio. Pochi spettatori, ma protagonisti eccellenti. Un programma molto adatto alla sensibilità di Daniele Gatti, milanese, che certamente conserva nel suo cuore l'eredità di Claudio Abbado.
    In sua memoria ha diretto il Requiem di Verdi a Firenze. Abbado era appena arrivato alla Scala, quando Gatti, a soli 13 anni decise che quello di direttore sarebbe stato il suo mestiere.
    Mentre la prima sinfonia di Beethoven risente del grande influsso di Haydin, "La sesta sinfonia-avverte il maestro Gatti- segna la prima zampata del romanticismo che nel 1809 era già presente in Germania. Qui troviamo un Beethoven diverso, quello vero, l'uomo che si commuove, che cede alla tenerezza, alla soavità al cospetto di tutto ciò che di sublime troviamo nella natura. Persino il temporale ci fa intravedere il suo stato d'animo, ma non è un temporale pericoloso e la tensione sfocia in un sentimento di gentilezza, di conforto, quasi una carezza data a tutti noi. Il Beethoven irascibile, dal carattere impetuoso qui non c'è, troviamo invece l'uomo come sarebbe stato se la malattia non lo avesse isolato dal mondo intero, che contempla il cielo stellato sopra di sé, sembra di tornare a un altro tedesco che amava immergersi nella natura, Immanuel Kant".
    Il talento di Daniele Gatti è proprio qui, entrare nella testa dell'autore, attraverso la partitura, ogni piccolo segno apre il mondo del sentimento vero che ha generato quella musica ed è per questo che la sua direzione suscita sempre grandi emozioni. Tra i suoi grandi amori ci sono Verdi e Wagner, finalmente riuniti, almeno nel cuore di Gatti, e di Verdi adora il Rigoletto, diretto innumerevoli volte, fino all'ultima, al Circo Massimo, per la regia di Michieletto. Durante i mesi di chiusura totale, lui è rimasto attivo, e il 2 giugno al Quirinale ha diretto con la mascherina, che tollera poco.
    Predilige le orchestre italiane e tedesche, le più duttili e forse anche più preparate. "Ma solo le orchestre italiane sanno suonare-dice- come se fosse l'ultima volta". Daniele Gatti ha iniziato a dirigere quando aveva solo 18 anni e oggi, dopo aver collezionato ogni possibile successo, dice che " mi accorgo che non esiste solo l'efficienza, la rapidità del vivere e del lavorare, ma è altrettanto importante fermarsi, fare pausa, rallentare la corsa per godersi il momento, ed è per questo che il Sud mi affascina sempre di più." Che sia di buon auspicio per ritrovarlo sul podio palermitano.
   

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