Per anni non hanno versato al
Comune quanto incassato a titolo di tassa di soggiorno dai
turisti che soggiornavano nei loro hotel. Un ammanco scoperto
dai finanzieri del Comando Provinciale di Messina che hanno
sequestrato circa mezzo milione di euro ai responsabili di 17
strutture alberghiere di Taormina (ME). L'operazione nasce da
un'indagine dei militari della Compagnia di Taormina, coordinata
dal Gruppo delle Fiamme Gialle di Messina, che ha portato
all'emissione di un decreto di sequestro preventivo disposto dal
gip, su richiesta della Procura della Città dello Stretto
diretta da Maurizio de Lucia. Le indagini hanno consentito di
accertare che i legali rappresentanti di importanti hotel della
Perla dello Jonio, che per la riscossione delle somme dovute per
l'imposta di soggiorno del comune di Taormina rivestivano la
qualità di incaricati di pubblico servizio, si sono appropriati,
nel tempo, delle somme ricevute dai propri clienti. L'attività
investigativa nasce dall'analisi di dati ed elementi acquisiti
dalle Fiamme Gialle nell'ambito di un censimento delle strutture
ricettive del comprensorio di Taormina, Giardini Naxos e
Letojanni. Dalle indagini è emerso che gli albergatori finiti
sotto la lente di ingrandimento della Finanza, violando una
delibera del Consiglio Comunale del 2012 che ha approvato il
Regolamento dell'imposta di soggiorno nelle strutture
alberghiere del territorio, erano inadempienti nei confronti
dell'ente. Più in particolare, dall'analisi della documentazione
acquisita è venuto fuori che avevano ricevuto diffide di
pagamento a cui sono rimasti totalmente indifferenti. Tra il
2013 e il 2018 sarebbero stati sottratti alle casse comunali
468mila euro. Agli indagati è contestato il reato di peculato.
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