"L'appartenenza a una cordata è
l'unico mezzo per fare carriera e avere tutela quando si è
attaccati e isolati, e questo è un criterio molto vicino alla
mentalità e al metodo mafioso". Lo ha detto il pm antimafia Nino
Di Matteo presentando in streaming la sua candidatura al Csm
contro la "degenerazione del correntismo". Sono sedici in tutto
i pm che si sono candidati ai due posti rimasti vacanti al Csm
dopo l'inchiesta di Perugia che ha sconvolto l'organo di
autogoverno delle toghe. Tra loro anche Fabrizio Vanorio, pm
della Dda di Napoli, di Area, la corrente di sinistra dei
giudici non toccata dallo scandalo, che ha ricordato di non
essere rimasto in silenzio quando Luca Lotti allora ministro dem
"assediava a Napoli i magistrati che si occupavano
dell'inchiesta Consip".
Per il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, la novità
dell'Anm di presentare le candidature in streaming - è la prima
volta che i candidati non sono sponsorizzati dalle correnti - è
"una concessione al populismo".
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