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Estorsioni:difensori Maniaci,contro lui gogna mediatica

Giornalista interrogato domani. A Partinico aria di liberazione

(ANSA) - PALERMO, 5 MAG - "Maniaci spiegherà tutto. Non c'è alcun reato". E' una linea difensiva d'attacco quella degli avvocati Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia che da un lato denunciano la "gogna mediatica" a cui è stato sottoposto il direttore di Telejato, indagato per estorsione a due sindaci del Palermitano, e dall'altro ribadiscono l'assenza di "qualsiasi elemento di reato".
    A fregare Maniaci, secondo i suoi legali, sarebbe quel linguaggio "ruvido", quel suo fare "nazionalpopolare". Insomma, per chi lo difende, Pino Maniaci è una "macchietta" senza macchie. Da ieri ha lasciato Partinico, ma domani sarà di nuovo a Palermo per spiegare, prima ai pm e poi ai giornalisti, quelle sue minacce ai sindaci di Borgetto e Partinico che lo hanno fatto finire nei guai per poche centinaia di euro. "Il mio cliente - dice l'avvocato Bartolomeo Parrino - risponderà alle domande dei magistrati e chiarirà le cose. Siamo davvero esterrefatti sia dall'assenza di elementi di reità, sia dalle parole pronunciate dal procuratore Vittorio Teresi in conferenza stampa. Ha, in pratica, già emesso la sentenza.
    Quindi, il processo è stato svolto e concluso. Quando ha detto che 'non hanno bisogno di questa antimafia', ha già chiuso il caso. Ma il caso è apertissimo e lo dimostreremo".
    Gli dà man forte l'altro difensore "volontario" (era stato lo stesso Antonio Ingroia, dopo la notizia dell'indagine, a candidarsi per assistere Pino Maniaci). "Nelle carte della Procura - sostiene l'ex pm - non c'è la prova che Maniaci abbia ammorbidito le sue inchieste in cambio di soldi. Credo che la Procura di Palermo abbia avuto una caduta di stile nell'accomunare il nome di Maniaci a quello dei mafiosi. Forse abbiamo fatto troppa antimafia con i simboli. Maniaci non lo santificavo prima e non lo demonizzo ora".
    Una linea quella dei difensori del giornalista condivisa anche dall'Unione delle Camere penali che parla di "ennesimo processo mediatico" ma che non rinuncia a lanciare una stoccata nei confronti di Ingroia "folgorato sulla via di Telejato: da 'partigiano della costituzione' è diventato, da avvocato, partigiano della legge in materia di tutela della riservatezza degli atti di indagine".
    Le notizie, secondo la tesi difensiva, sono "succulente" dal punto di vista mediatico ma niente di illecito nel comportamento del direttore della tv locale. Qualche irregolarità l'aveva però riscontrata il sindaco di Partinico (Pa), Salvo Lo Biundo, che ai pm ha raccontato la sua versione dei fatti e adesso deve fare i conti con l'opposizione in Consiglio comunale che ne chiede le dimissioni. "Nessuna contestazione o rilievo - sottolinea - sono stati mossi nei confronti di questa amministrazione così come è chiaramente emerso dalle risultanze investigative. Sono fortemente amareggiato per le dichiarazioni politiche strumentali che sono state fatte cercando di intaccare l'onorabilità della mia persona e della mia amministrazione, da sempre impegnata nel rispetto della legalità e contro il malaffare. Condanno il tentativo di destabilizzazione politica che rivela una chiara matrice diffamatoria con il palese intento di fornire una visione falsata della realtà". In paese però, a sorpresa, si respira quasi un'aria di liberazione. "Ne avevamo paura - racconta la gente - Poteva distruggerti con un servizio. Mentre lui sembrava un intoccabile...". (ANSA).
   

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