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Più prudenza nella caccia ai sosia della Terra

Per progettare meglio le future missioni spaziali

26 novembre, 10:17
Regole più serie nella ricerca dei pianeti simili alla Terra, che potrebbero ospitare forme di di vita (fonte: NASA) Regole più serie nella ricerca dei pianeti simili alla Terra, che potrebbero ospitare forme di di vita (fonte: NASA)

La corsa a individuare i pianeti sosia della Terra, e che quindi ospitano forse la vita, deve seguire binari più rigidi e pertanto va ridefinita l'estensione della cosiddetta 'zona abitabile', ossia la distanza di un pianeta dalla sua stella tale da consentire l'esistenza di acqua liquida in superficie, prima condizione per la vita.
La ricerca condotta dalla Penn State University e pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) fa il punto degli studi compiuti finora in questa direzione in vista anche della progettazione delle missioni spaziali destinate a cercare pianeti abitabili.

“Sapere se il 40% delle stelle simili al Sole oppure solo il 10% o l'1%, ha un pianeta abitabile è molto importante per progettare missioni spaziali pensate per cercarli”, ha spiegato commentando lo studio Raffaele Gratton, dell'Osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
La 'conta' dei possibili pianeti simili alla Terra al di fuori del nostro Sistema Solare è ancora molto incerta: si passa da stime secondo le quali circa il 40% delle stelle simili al Sole avrebbero un sosia terrestre fino al 10%. Queste incertezze sono dovute per buona parte ad un problema di definizione della cosiddetta zona abitabile e se l'acqua debba liquida debba essere obbligatoriamente in superficie o presente all'interno, ad esempio al di sotto di una coltre di ghiaccio.

Secondo James Kasting, planetologo della Penn State, la definizione di pianeta 'abitabile' dovrebbe essere rivista con parametri più rigidi e prudenti di quanto fatto finora. “A questo - ha osservato - bisogna inoltre aggiungere ulteriore incertezza, in quanto lo stesso concetto di abitabilità ha senso fino a un certo punto. Non sappiamo infatti quali siano esattamente le condizioni necessarie alla vita”.

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