Ha preso ufficialmente avvio
SheepToShip LIFE, il progetto che mira a individuare e applicare
soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni di gas
serra della filiera zootecnica e lattiero-casearia ovina sarda e
per migliorare la sostenibilità ambientale del settore in
Sardegna.
Finanziato nell'ambito del Programma Life 2014-2020, il
progetto di durata quadriennale ha un budget complessivo di
2.610.000 euro e un partenariato costituito dall'Istituto di
Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di
Sassari (Ibimet-Cnr) in qualità di capofila, dall'Ispaam-Cnr,
Agris Sardegna, Laore, assessorato dell'Ambiente e i
dipartimenti di Agraria e di Scienze Economiche Aziendali
dell'Università di Sassari.
SheepToShip LIFE analizzerà, tramite la metodologia del Life
Cycle Assessment, le implicazioni ambientali del latte prodotto
secondo i sistemi agro-zootecnici più diffusi e dei formaggi Dop
Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo in duecento
aziende ovine e dieci caseifici della Sardegna, individuando i
punti critici ambientali dei processi di produzione. Dai
risultati dell'analisi verranno sviluppate delle linee guida per
la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'ottimizzazione
della qualità ambientale della filiera agro-zootecnica ovina e
dei tre formaggi. La strategia di intervento prevede inoltre
delle azioni dimostrative in aziende modello e l'elaborazione di
un programma di azione ambientale per il settore
lattiero-caseario ovino, volto a una riduzione del 20% delle
emissioni di gas serra nell'arco di dieci anni.
"L'obiettivo ultimo del progetto - spiega Pierpaolo Duce,
responsabile del Ibimet-Cnr - è quello di dimostrare i benefici
ambientali, economici e sociali dell'eco-innovazione delle
filiere agro-zootecniche e lattiero-casearie ovine, nonché di
promuovere politiche ambientali e di sviluppo rurale orientate
al life cycle thinking, un approccio complessivo alla
sostenibilità che tiene conto di ogni suo aspetto, non ultimo
quello del consumo". La Sardegna è stata scelta come area di
intervento del progetto in quanto fortemente rappresentativa del
comparto ovino mediterraneo sia in termini quantitativi, sia per
coesistenza in un territorio ristretto dei principali sistemi di
allevamento adottati in Europa.
L'Isola, con quasi tre milioni di capi su un totale di 6,3
milioni presenti in Italia, detiene il 46,3% dei capi ovini
italiani ed è il primo produttore europeo di latte ovino,
contribuendo al 12% della produzione totale in Europa. La grande
variabilità orografica, geologica e microclimatica che
caratterizza la Sardegna fa sì che le circa tredicimila aziende
ovine presenti nel territorio adottino, a seconda della loro
ubicazione, sistemi produttivi altamente diversificati. "La
Sardegna - sottolinea l'assessore Donatella Spano - rappresenta
in questo senso un laboratorio privilegiato che consentirà la
sperimentazione di un modello di lotta ai cambiamenti climatici
pienamente integrato alle strategie di sviluppo della filiera
ovina".
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