Claudia Pala ha 30 anni, l'arte si è impadronita di lei fin dalla giovanissima età, è la cifra della sua vita scandita dai versi potenti della sua vena poetica e dalla mano ferma di una pittrice che al pennello preferisce la spatola, che allegerisce piuttosto che addensare rendendo così i colori meno materici. Studentessa al corso di pittura dell'Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari, Claudia espone per la prima volta i suoi lavori a Palazzo Ducale attraverso una mostra visitabile fino al 20 novembre.
Lei non ama definirsi pittrice, "una parola limitativa, standardizzata, generica - osserva Bernardo De Muro, docente di arte oratoria, poeta, scrittore e drammatarugo, curatore della mostra insieme ad Elio Pulli e Alma Casula - Proviamo invece a dire di lei: 'Claudia, la compositrice di colori che danzano', si avrebbe subito l'idea del 'come' l'artista sente, vede, percepisce, guarda dentro di sè. L'osservatore ne diventa complice e sodale. E' come disitnguere il 'reale' dalla 'realtà', ciò che vedono gli occhi, e viceversa ciò che 'ìnterpreta' la mente. Un abisso di differenza".
La pittura di Clauda, quindi, si determina come esaltazione dei colori 'visti' dall'impulso creativo del momento e non da una semplice tecnica. All'interno di ogni pittura si intravedono due linee ora orizzontali ora verticali ora insieme. Rappresentano una sorta di linee che orientano le singole parti del dipinto: pittura tra l'astratto e l'immaginifico geometrico spaziale. Claudia usa il colore come una nota musicale: il bianco di fondo è il suo palcoscenico dove innesta e fa prendere corpo il tema scelto e l'armonizzazione dei colori ne esaltano la chiarezza timbrica. E sono sempre i colori a dominare la sua creatività, e a stuzzicare i suoi sogni: "Vorrei entrare nell'arcobaleno e vedere più da vicino i colori dominanti", confessa la giovane artistia.
"I colori di Claudia che danzano non appartengono al cubismo - racconta il suo mentore De Muro -, alla teroria dei macchiaioli, all'impressionismo avevanzato che rende più accesi e veloci i tratti pennallati: non sono pertanto classificiabili ma partono da un bisogno interiore quasi esistenziale di Claudia, al tormento che ha agitato la sua giovinezza, al superamento delle lacrime, dei dubbi che solcavano la mente, alle ombre che s'ingigantivano anche in presenza di un'accecante luce".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA