"Nel processo dell'autonomia
differenziata non c'è un effettivo rafforzamento o una piena
definizione del ruolo delle regioni, ma una nuova fase
transitiva di disequilibrio tra i poteri, dove lo Stato rinuncia
al suo ruolo e viene privato dei suoi strumenti e le regioni
sono sovraccaricate di funzioni che non potranno svolgere in
modo decisivo a vantaggio delle cittadine e dei cittadini". È
in sostanza la posizione ribadita questo pomeriggio dal
capogruppo del Pd Roberto Deriu per tutta la maggioranza di
campo largo di centrosinistra nell'Aula dell'assemblea sarda
nella relazione introduttiva delle mozioni 7 e 8 sulla richiesta
di referendum abrogativo della norma nazionale voluta dalla
Lega.
"Riteniamo che debba esserci una presa di responsabilità da
parte di livelli di governo come le Regioni - ha aggiunto Deriu
- per affrontare questo problema e unirsi al resto degli
italiani e delle italiane che si oppongono a questa deriva che
mette in crisi il patto fondamentale sul quale si basa la
Repubblica". E che mette a rischio la stessa specialità della
Regione autonoma sarda, si ribadisce in maggioranza.
E poi l'appello dem "per un'ampia adesione a questa mozione, al
di là e al di fuori degli schemi politici che legano ciascuno di
noi, nel nome della Costituzione e della Repubblica".
Illustrate dai rispettivi relatori anche le due mozioni della
minoranza, una dei Riformatori e l'altra dei centristi di
Sardegna al centro 20venti, entrambe contemplano la piena
applicazione del principio di insularità, in una cornice che
comunque prevede la nuova autonomia differenziata.
Le mozioni sono discusse tutte e quattro insieme, il voto
finale, con l'elezione di due delegati che insieme a quelli
delle altre cinque regioni presenteranno alla Corte
costituzionale i quesiti referendari, è atteso entro qualche
ora.
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