Era una sentenza attesa: la Corte
costituzionale ha respinto il ricorso del governo contro la
legge regionale 9 del 2023, il cosiddetto Collegato alla Manovra
finanziaria, che conteneva alcune norme sul riordino delle
province.
Gli alti magistrati hanno accolto tutte le eccezioni di
inammissibilità sollevate dalla avvocatura regionale al ricorso
del consiglio dei ministri. Si va avanti dunque sullo schema
delle sei Province più due città metropolitane, a nulla sono
servite le eccezioni sollevate dai legali del governo in merito
alla legittimità costituzionale: quelle norme non modificano
sostanzialmente l'assetto degli enti intermedi, né nel numero,
né nel funzionamento, perché non sarebbe potestà legislativa
della regione - si legge in sostanza nella sentenza -, ma si
limita a precisare alcuni elementi marginali e di dettaglio
della fase transitoria e per questo non sarebbe necessaria la
consultazione referendaria.
Il tema nelle scorse legislature ha impegnato le maggioranze,
le norme salvate servono per dare attuazione e definire il
passaggio allo schema a sei Province più due Città
metropolitane, approvato con la legge 7 del 2021 voluta dal
centrodestra, il cui cammino però era stato bloccato da una
prima sentenza della Corte costituzionale, su richiesta del
governo Draghi, e sospeso dopo una nuova opposizione, questa
volta del governo Meloni, al Collegato alla legge finanziaria,
la legge 9 appunto, del 2023 di Solinas, che puntava ad inserire
dei correttivi per riorganizzare le norme non cassate la prima
volta dalla Consulta.
"È l'ennesima riprova che finalmente l'onda negativa contro
le province, che proviene da ambienti centralisti dei vari
governi al di là del colore politico - commenta il capogruppo
del Pd in Consiglio regionale Roberto Deriu -, è stata
ricacciata indietro dalla Corte, fedele ai valori della Carta.
Ora i cittadini dei centri urbani, costieri, montani e rurali,
la gente, deve recuperare il suo livello di governo autonomo che
è appunto la Provincia. Prossima tappa è l'elezione diretta
degli organi, tutti i capigruppo - ricorda - hanno sottoscritto
la proposta di legge nazionale e la manderemo al Parlamento".
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