"Pronti a sostenere la posizione
politica e istituzionale della governatrice Alessandra Todde
nella difesa della specialità della Sardegna, che rischia di
essere gravemente sacrificata dall'autonomia differenziata
targata Calderoli".
Il presidente della prima commissione Autonomia del Consiglio
regionale, Salvatore Corrias (Pd), condivide e appoggia, "per
quanto di mia competenza", la battaglia politica intrapresa da
Todde, che si è messa alla guida delle cinque regioni che presto
si riuniranno per il primo incontro del coordinamento per
arrivare a un testo inattaccabile di referendum abrogativo.
Corrias è pronto a portare in Aula il dibattito, promuovendo
anche un ordine del giorno o una mozione che possa impegnare il
Parlamento sardo nella lotta costituzionale: "Vogliamo difendere
l'assetto giuridico che ci riconosce la specialità, e che la
riforma rischia di far svanire a vantaggio delle regioni a
statuto ordinario", ribadisce l'esponente dem. Per il presidente
della commissione, "non si può permettere che passi sopra le
nostre teste una legge che rischia di farci soccombere".
Intanto gli staff dei cinque governatori di Sardegna,
Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Campania sono al lavoro per
trovare gli incastri per il primo appuntamento del
Coordinamento. Ad avere fretta è l'Emilia Romagna il cui
presidente Stefano Bonaccini firmerà le sue dimissioni
presumibilmente tra dieci giorni ed è per questo che si è presa
l'onere di portare al tavolo una bozza di testo per il
referendum abrogativo (per il quale sono necessarie, appunto,
cinque regioni o in alternativa la strada della raccolta di
500mila firme).
In salita appare la strada del coinvolgimento delle due
regioni del sud Calabria e Basilicata, targate Forza Italia, ma
l'intento della presidente Todde resta quello di allargare il
più possibile il fronte del no. In Sardegna, nel frattempo, si
studiano le strade dell'incostituzionalità per il ricorso che
sarebbe in capo proprio all'Isola, come regione a statuto
speciale.
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