Nessun laboratorio né test nazionale: Elly Schlein respinge la lettura secondo cui le elezioni regionali di domenica prossima in Sardegna possano essere un esperimento di alleanza tra Pd e M5s: "La Sardegna non è e non sarà mai un laboratorio, né sede di test nazionali - ha detto questa mattina dal mercato di Cagliari -. Quello che c'è in gioco per il voto di domenica è il futuro di questa terra, di questa comunità orgogliosa che cerca il suo riscatto dopo cinque anni di disastroso governo della destra, guidata da Solinas". La leader democratica in serata risponde anche alle Meloni, che aveva affondato "I sardi non meritano di essere le cavie del campo largo". "Mi ha colpito - ribatte la Schlein - che Giorgia Meloni sia andata" in Sardegna "a fare il solito comizio contro le opposizioni senza rivendicare un risultato. Lo sanno che" in Sardegna "hanno fatto un disastro, lo sanno così bene che hanno cambiato all'ultimo il candidato nascondendosi dietro a Truzzu, che anche a Cagliari ha combinato un disastro". Schlein è di nuovo nell'Isola per sostenere Alessandra Todde, candidata del M5s alla presidenza della regione, appoggiata da dieci liste guidate da Pd e pentastellati. "Noi siamo unitissimi a sostegno di Alessandra Todde e di una coalizione che il Partito democratico sostiene con tutta la sua forza, con le sue competenze, con queste candidature bellissime che abbiamo in tutto il territorio sardo", ha ribadito dopo i bagni di folla di ieri a Carbonia e Cagliari e mentre scattava il siparietto al mercato di via Quirra con un'anziana che dopo averle stretto la mano l'ha apostrofata: "Ma vada a lavorare come ho lavorato io 25 anni in una impresa di pulizia per 500 euro al mese. È una vergogna". E Schlein ha risposto: "Vero, è una vergogna". Nella stessa giornata in cui si sono concentrate le presenze dei big romani - oltre Schlein anche i tre leader del centrodestra Meloni, Salvini e Tajani che hanno chiuso la campagna per Paolo Truzzu -, le scintille si sono accese proprio sulla presenza massiccia di ministri e sottosegretari in questi giorni nell'Isola. Teatro dello scontro acceso tra il candidato Renato Soru e un giornalista del quotidiano La Nuova Sardegna, è stata la tribuna politica della Tgr Sardegna. La miccia è partita con una risposta dell'ex governatore in cui ha parlato di una "sproporzione mediatica in questi ultimi giorni di campagna elettorale nei Tg e sui quotidiani" a favore della maggioranza, così come denunciato ieri al Corecom. Non è andata giù al candidato della Coalizione sarda l'interruzione del giornalista - che ha provocato la sospensione della registrazione, poi ripresa daccapo - il quale ha replicato difendendo la libertà di stampa: "Il format non prevedeva che i giornalisti interrompessero o replicassero, per questo ho sottolineato che ci si attenesse alle regole", ha precisato Soru. La tribuna prevedeva, infatti, una domanda da ciascun giornalista uguale per tutti e due minuti di tempo per rispondere per ogni candidato. "Faccia nomi e testate - ha replicato il notista politico del quotidiano, Umberto Aime -. Rifiuto di accettare posizione preconcette, senza neanche contraddittorio, da qualunque esponente politico provengano". Scintille che arrivano anche alla commissione parlamentare di Vigilanza Rai, dove gli esponenti del M5s hanno chiesto che l'azienda renda disponibile il video per "una questione di trasparenza, perché è assolutamente corretto che ciascuno possa liberamente farsi un'idea su quello che è il comportamento di chi si candida alla presidenza di regione".
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