Basta con le illusioni: no al
metano, sì al vento, al sole e al paesaggio. È il messaggio
lanciato da Vincenzo Tiana di Legambiente nella presentazione,
insieme WWF Italia, Greenpeace e Kyoto Club, della campagna per
ribadire con forza l'opportunità dell'isola di puntare sulla
transizione verso le rinnovabili, senza passare per la dorsale.
"Partiremo subito con una serie di incontri istituzionali".
L'alleanza si chiama "Sardegna rinnovabile". L'obiettivo è
quello di fare dell'isola un laboratorio della transizione. Un
invito: "respingere con decisione ed in maniera definitiva il
progetto di metanizzazione riproposto dalla Snam con una
imponente, invasiva ed inutile dorsale nord-sud". Alla Sardegna
- spiegano gli ambientalisti - sono sufficienti i cinque
depositi costieri di GNL necessari per attuare la transizione
verso le rinnovabili.
"Consideriamo - ha detto Tiana - la mancata metanizzazione
come una importante opportunità per l'isola". Un'energia che dá
occupazione: "Un esempio a Ulassai c'è già un impianto eolico
che dà lavoro a quaranta persone. E stiamo parlando - ha
aggiunto - di un paese di 1800 abitanti. Occorre una grande
stagione di pianificazione. Da cominciare subito perché i
risultati si devono ottenere già nel 2030".
Carmelo Spada del Wwf ha parlato di Sardegna come modello da
esportare: "Ma lo diciamo non a caso - ha spiegato - ma sulla
base di due studi commissionati al Politecnico di Milano e
all'Università di Padova. Lavoro che sfata anche le paure per
quanto riguarda l'occupazione: nel breve periodo ci potrebbero
essere anche quattromila assunzioni. Per arrivare anche a
novemila nel 2050". Paura anche per i cambiamenti climatici: "I
segnali che bisogna invertire la rotta - ha osservato Spada -
sono molto chiari anche in Sardegna. Da un nostro sondaggio
risulta che l'80 per cento delle persone intervistate vuole un
futuro con le rinnovabili".
C'è l'appoggio anche dei direttivi nazionali delle
associazioni: alla conferenza stampa anche Mariagrazia Midulla,
WWF Italia, Katiuscia Eroe, Legambiente, Francesco Ferrante,
Kyoto club, Giuseppe Onufrio, Greenpeace
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