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Maria Amelia Monti, così vere le donne di Natalia Ginzburg

Maria Amelia Monti, così vere le donne di Natalia Ginzburg

L'attrice in Sardegna con La Parrucca per la prosa del Cedac

CAGLIARI, 28 marzo 2022, 19:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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DI MARIA GRAZIA MARILOTTI

Sbarca in Sardegna "La Parrucca", da Natalia Ginzburg, con Maria Amelia Monti e Roberto Turchetta, per la regia di Antonio Zavatteri. Lo spettacolo che accosta due atti unici, "Paese di mare" e "La Parrucca", quasi fossero l'uno la prosecuzione dell'altro, sarà in scena il 3 aprile Oristano, il 5 a Lanusei, il 6 a Olbia e il 7 a Tempio, sempre alle 21, per la Stagione di Prosa del Cedac.

"Adoro Natalia Ginzburg e mi piace moltissimo interpretare queste figure femminili, così apparentemente svagate eppure così profonde, così vere - racconta all'ANSA Maria Amelia Monti - Non sono come loro, però è come se le conoscessi benissimo, così come mi è chiara l'atmosfera dell'epoca, grazie alle mie sorelle e alle loro amiche - confessa - un po' più grandi di me. Interprete eclettica, capace di spaziare dall'ironia della commedia al pathos del dramma, l'attrice milanese trapiantata a Roma, ha esordito in "Minnie la candida" di Massimo Bontempelli accanto a Giulia Lazzarini.

"E' stata la mia madrina - svela - ho avuto il privilegio di lavorare con la più grande attrice che penso ci sia in Italia". Tra i ricordi di un'intensa carriera, fra teatro, cinema e televisione, da film come "...e la vita continua" di Dino Risi al Drive In di Antonio Ricci e La TV delle ragazze, l'incontro con Ginzburg in occasione del debutto de "La segretaria" con la regia di Marco Parodi. "E' venuta in teatro a vedere una prova, con la figlia, può immaginare l'emozione. Alla fine è rimasta contenta, mi ha detto 'mi è proprio piaciuta la sua Sofia', era il nome del personaggio - ricorda - Una decina di anni dopo con Valerio Binasco ho fatto un altro suo testo, 'Ti ho sposato per allegria', siamo venuti anche a Cagliari".

Sui palchi dell'Isola questa volta interpreta Betta, una creatura ingenua e irrisolta, alle prese con le difficoltà della vita a due. "In un certo senso - spiega - è come se Natalia Ginzburg descrivesse sempre la stessa donna, in età diverse e in situazioni diverse: 'Paese di mare' è scritto alla fine degli anni '60, parla di una coppia sgangheratissima che non trova pace da nessuna parte, appena sfiorata dal pensiero nuovo del '68. Ne 'La Parrucca' la ritroviamo in un albergo, lei è impegnata in una lunga telefonata con la madre, e si capisce che ha preso una sberla dal marito. La risposta dall'altro capo del filo è spiazzante: 'che cosa gli hai fatto?'. In quel periodo, nonostante la libertà sessuale, l'aborto, il divorzio, sembrava ancora normale che gli uomini picchiassero le mogli. Adesso è un tabù, ma la violenza continua, basta pensare al dramma dei femminicidi".

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