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Teatro in carcere, 20 detenuti sul palcoscenico a Uta

Teatro in carcere, 20 detenuti sul palcoscenico a Uta

Progetto nazionale, in scena Arcipelaghi di Maria Giacobbe

CAGLIARI, 24 giugno 2021, 15:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Venti detenuti, quattro nazionalità di provenienza (Algeria, Italia, Nigeria, Venezuela), due laboratori. E poi tutti sul palco, mercoledì 30 giugno al carcere di Uta, per mettere in scena "Arcipelaghi", tratto dal romanzo della scrittrice nuorese Maria Giacobbe. Dietro, un anno di prove in cui, divisi per classi, hanno seguito con grande attenzione e disciplina i corsi organizzati e tenuti dal Cada Die Teatro. "È un momento che sia noi che i ragazzi aspettavamo da tanto - spiega l'attore Pierpaolo Piludu, ideatore del progetto assieme ad Alessandro Mascia - Sarebbero dovuti andare in scena l'anno scorso, ma per i noti motivi legati alla pandemia abbiamo dovuto posticipare. Si sono preparati con dedizione, hanno studiato durante i laboratori, ma anche da soli, quando poi tornavano nelle loro celle".

L'idea messa a punto dai due artisti del Cada Die è parte del programma nazionale "Per Aspera ad Astra - Come riconfigurare il carcere con la cultura e la bellezza" (terza edizione), promosso da Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) e sostenuto da 10 Fondazioni bancarie, tra cui la Fondazione di Sardegna. Approfittando di uno spazio musicale e di una piccola falegnameria a disposizione dei detenuti sono nati anche due laboratori: uno col percussionista Giorgio Del Rio e l'altro di scenografia con Marilena Pittiu.

"Questa bellissima e terribile storia è una riflessione profonda sia sui temi della violenza, della vendetta e della pena, che sulle debolezze e difficoltà che possono spingere qualsiasi essere umano a compiere azioni delittuose. È un invito a metterci nei panni di tutti i protagonisti della storia facendoci riflettere sul dolore che ogni nostro comportamento può determinare in altri esseri umani", ha spiegato Piludu. Anche il direttore dell'istituto di Uta, Marco Porcu appoggia il progetto: "Al termine di un lungo periodo reso difficile dalle inevitabili restrizioni in tutti gli Istituti Penitenziari derivanti dal Covid, esprimo grande soddisfazione e gratitudine per la realizzazione dello spettacolo. Il laboratorio teatrale è sempre accolto con entusiasmo dai ristretti".

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