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Covid: operatori cultura uniti, "lo spettacolo riparta"

Covid

Covid: operatori cultura uniti, "lo spettacolo riparta"

Costituito un coordinamento che raggruppa 90 realtà del settore

SASSARI, 10 febbraio 2021, 17:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Lo spettacolo dal vivo deve ripartire". Lo chiede il neonato Cuss, acronimo di Coordinamento Unitario Spettacolo Sardegna, raggruppamento di novanta imprese e associazioni sarde dello spettacolo dal vivo, tra cui Piero Marras, Elena Ledda, Cada Die Teatro, Tazenda, Carovana Smi e Teatro e/o Musica, tutti insieme per "rispondere alla grave crisi economica che ha messo a dura prova il comparto".
    Oltre all'assemblea plenaria e al consiglio con 21 organismi in rappresentanza dei settori e dei territori e stato insediato un direttivo: ne fanno parte Stefano Chessa de La Botte e il Cilindro, Vincenzo Derosa del Teatro del Sottosuolo, Giulio Landis di Antas Teatro, Barbara Vargiu del Le Ragazze Terribili, Monica Pistidda di Compagnie del Cocomero, Marco Benoni di Federcultura Sardegna e Maria Virginia Siriu di Theandric.
    Una novità assoluta in Sardegna, con l'obiettivo di diventare punto di rifermento del comparto, che occupa 6mila addetti tra artisti, maestranze e amministrativi. "Siamo preoccupati, il comparto pare non essere al centro delle attenzioni della Regione nonostante l'impatto della pandemia sui suoi lavoratori", è il timore del coordinamento. "Senza considerare l'impatto sociale e culturale per i sardi, senza una programmazione culturale da oltre tre mesi", rincarano per chiedere che "la politica sarda promuova e sostenga il riavvio delle manifestazioni di spettacolo dal vivo, nel rispetto dei protocolli di tutela della salute già messi in campo in estate, facendo investimenti e mostrando che si può fare spettacolo dal vivo in piena sicurezza".
    Per il Cuss "il fondo stanziato con la Finanziaria approvata dalla giunta regionale è inadeguato, 7 milioni a fronte di ingenti perdite di fatturato contro gli 8 milioni di euro del 2019", insistono per spiegare che "la cifra è inadeguata in assoluto, ma di più alla luce del calo del 77% della spesa del pubblico in eventi dal vivo".
    Gli operatori rivendicano il ruolo di "tramite, sostegno e riferimento per i lavoratori, smarriti nella giungla burocratica degli aiuti al reddito tramite bandi a click", dicono. "Ogni evento porta ricadute nei territori, sostenendo lo spettacolo li si aiuta a uscire dalla crisi - concludono - il coordinamento è pronto al dialogo per pianificare il ritorno alla normalità".

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