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Multiservizi, la carica dei 9mila lavoratori senza contratto

Multiservizi, la carica dei 9mila lavoratori senza contratto

A Sassari e Cagliari in piazza per aderire a protesta nazionale

SASSARI, 13 novembre 2020, 19:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il settore dei multiservizi scende in piazza. I lavoratori sardi del comparto hanno aderito oggi allo sciopero nazionale indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti. Con due manifestazioni a Cagliari, in piazza del Carmine, e a Sassari, in piazza d'Italia, le tre sigle sindacali richiamano l'attenzione del governo isolano e delle istituzioni sarde sul mancato rinnovo da sette anni del contratto collettivo nazionale. Nell'isola il problema interessa 9mila lavoratori, come spiega la segretaria territoriale di Sassari della Filcams Cgil, Maria Teresa Sassu. "Quando si parla di multiservizi si pensa solo alle pulizie - spiega - ma il contratto è applicato anche al personale del Cup dell'Ats, ai fonici e ai trascrittori dei tribunali, alla vigilanza e al portierato privati".

La situazione è ancora più grave nell'ambito della sanità. "Li chiamano angeli del Covid, fanno pulizie, sanificazioni, disinfestazioni, bonifiche e trasporti nelle strutture sanitarie, trascorrono otto ore bardati come medici, oss e infermieri ma sono invisibili, non hanno riconoscimenti", denuncia Maria Giovanna Mela, segretaria generale della Fisascat Cisl di Sassari. "Il rinnovo del contratto di lavoro è tanto più urgente dinanzi ai rischi cui i lavoratori sono sottoposti", rincara Danilo Deiana, segretario gallurese di Filcams Cgil. "Oggi sono pagati 5 euro netti all'ora, una miseria, adeguare il contratto a chi garantisce la sicurezza degli ospedali è doveroso".

L'appello è alle associazioni datoriali: Anip Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e Agci Servizi. A loro la Sardegna si rivolge con le parole dei segretari regionali Nella Milazzo di Filcams Cgil, Monica Porcedda di Fisascat Cisl e Vincenzo Di Monte di Uiltrasporti. "Hanno lavorato in prima linea durante il lockdown senza alcun riconoscimento, rappresentano il lavoro senza diritti, sicurezza e stabilità. E' inaccettabile che si impedisca il rinnovo del contratto, permettendo a molte imprese risparmi milionari".
  
   

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