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Becciu: pg Milano, no a scarcerazione Marogna

Becciu: pg Milano, no a scarcerazione Marogna

Parere su istanza difesa,giudici decideranno nei prossimi giorni

MILANO, 28 ottobre 2020, 16:57

Redazione ANSA

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Becciu: pg Milano, no a scarcerazione Marogna - RIPRODUZIONE RISERVATA

Becciu: pg Milano, no a scarcerazione Marogna - RIPRODUZIONE RISERVATA
Becciu: pg Milano, no a scarcerazione Marogna - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Procura generale di Milano ha dato parere negativo all'istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Cecilia Marogna, la manager coinvolta nell'indagine vaticana sull'ex numero 2 della Segreteria di Stato, il cardinale Angelo Becciu, arrestata nel capoluogo lombardo il 13 ottobre su mandato dell'autorità giudiziaria della Città del Vaticano. La 39/enne cagliaritana era presente stamani nell'udienza a porte chiuse davanti alla quinta sezione penale d'appello in cui si è discusso della richiesta di scarcerazione, istanza presentata dalla difesa in attesa della conclusione del procedimento sull'estradizione. I giudici avranno cinque giorni di tempo per decidere sulla fase cautelare.

Sulla richiesta dei difensori dello studio legale Dinoia i giudici (presidente del collegio Franco Mattacchioni) decideranno in tempi rapidi e comunque entro cinque giorni. Nell'udienza sull'istanza di revoca o di modifica della misura cautelare è intervenuta il sostituto pg Laura Gay e hanno parlato i legali della donna, che era presente in aula e che è stata portata via dopo l'udienza da un'uscita laterale. La Corte d'Appello aveva disposto la convalida dell'arresto eseguito dalla Gdf, tramite Interpol, e la misura cautelare in carcere per la "gravità dei fatti" e per il "pericolo di fuga".

La Corte, dopo l'udienza di oggi, dovrà valutare soltanto se sussistano o meno le esigenze cautelari per tenere la 39enne ancora in carcere in attesa dell'eventuale estradizione (il procedimento passerà poi per un'altra udienza) o se basterà una misura meno afflittiva, come i domiciliari. Marogna è accusata di appropriazione indebita aggravata in quanto dal dicembre 2018 in poi, con la complicità di altre persone, si sarebbe appropriata in maniera illecita di fondi della Santa Sede a lei assegnati per fini istituzionali e che avrebbe utilizzato in parte per spese personali.
   

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