Prosegue il percorso di
eradicazione della Peste suina africana, i cui risultati
raggiunti finora hanno portato la Regione a richiedere alla
Commissione Europea l'inserimento della Sardegna fra le aree in
cui il virus è presente nei soli cinghiali e l'allentamento
delle restrizioni vigenti, per poter così rilanciare il settore
suinicolo regionale e la commercializzazione extraregionale
delle carni e dei prodotti degli allevamenti sardi.
Con l'obiettivo di rafforzare l'Isola verso il traguardo
fissato, la Giunta Solinas ha approvato, nel corso dell'ultima
seduta, il provvedimento che ridefinisce l'Unità di progetto per
l'eradicazione della PSA, confermando i componenti storici e
potenziando la struttura con l'integrazione dei direttori
generali degli assessorati regionali della Sanità,
dell'Agricoltura e dell'Ambiente, il direttore del Servizio
sanità pubblica veterinaria dell'assessorato della Sanità e i
direttori generali dell'Agenzia Laore e dell'Istituto
zooprofilattico della Sardegna.
Inoltre entro il 30 ottobre la Giunta discuterà l'aggiornamento
dell'attuale programma di eradicazione della peste suina in
Sardegna. Da oltre due anni, infatti, nell'Isola non si
registrano focolai del virus nelle aziende del comparto,
l'ultimo episodio a Mamoiada nel 2018. Un risultato mai
raggiunto dal 1978, anno in cui la Psa ha fatto la sua comparsa
in Sardegna.
Nel corso degli ultimi dodici mesi il virus della Psa è stato
riscontrato in un'unica occasione in due carcasse di cinghiale
rinvenute l'8 aprile 2019, fatto che supporta l'ipotesi di una
progressiva auto-estinzione della malattia nei cinghiali, in
assenza di altre fonti di infezione.
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